Prima oscurate, poi tornate a brillare di luce propria. È il destino delle “sardine”, gli esponenti del movimento di protesta nato spontaneamente in Emilia-Romagna per dire no all’avanzata della Lega di Salvini e già capace di riempire le piazze in diverse città chiamate al voto per le prossime Regionali. La pagina Facebook che raduna i vari gruppi per organizzare le proteste, “6000 sardine”, è stata bloccata da Facebook nella notte di domenica 24 novembre: a denunciarlo sono stati gli stessi organizzatori.
Per alcune ore, infatti, l’indirizzo Facebook corrispondente non risultava accessibile e le ricerche fatte all’interno dell’app non davano risultato. Una situazione soltanto temporanea, visto che tutto è tornato alla norma poco dopo. Ma che aveva spinto gli organizzatori a mobilitarsi immediatamente: “
La pagina 6000 sardine è stata oscurata. In mancanza di post offensivi, violenti o lesivi dei diritti della persona, è stata comunque bersaglio di un gran numero di segnalazioni. Questo ha automaticamente generato l’oscuramento della pagina. Siamo fiduciosi che possa tornare on-line nelle prossime ore, ma non abbiamo certezza dei tempi”.E ancora: “Si vede che un mare silenzioso fa molto più rumore di quanto si possa pensare”. Il post è stato pubblicato sulla pagina di 6000 Sardine 2, secondaria rispetto all’altra. Poche ore dopo, anche l’originale 6000 Sardine è stata ripristinata. Gli organizzatori del movimento si chiamano Mattia Santori, Roberto Morotti, Giulia Trappoloni e Andrea Garreffa e sono stati le prime “sardine” d’Italia, gli ideatori di un movimento diventato istantaneamente virale.La pagina 6000 Sardine è ora nuovamente accessibile, con gli amministratori tornati a pubblicare immagini e video provenienti da ogni parte d’Italia per testimoniare la grande partecipazione popolare agli incontri di protesta e organizzare futuri flash mob in piazza, che saranno una costante fino al voto per scegliere il nuovo presidente.
“Ma che fai? Aspettiamo un figlio”. Lui la uccide a coltellate poi va dal barbiere