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Giustizia, la prescrizione spacca la maggioranza: è questo il capolinea per Pd e M5S?

Il tema della Giustizia, e soprattutto quello relativo alla prescrizione, sembra essere il muro contro cui stanno andando a sbattere, a tutta velocità, Pd, Movimento 5 Stelle, Leu e Italia Viva. Potrebbe essere dunque questo il pretesto per far cadere il già precario governo. “La nostra riforma dal primo gennaio diventa legge. Su questo non discutiamo. Se il Pd poi vuol votare una legge con Salvini e Berlusconi per far tornare la prescrizione com’era ideata da Berlusconi sarà un Nazareno 2.0, ma non credo avverrà”, avverte il leader M5S in un’intervista a Gr1 su Radio1 Rai. “Non ho mai parlato di crisi di governo, semplicemente chiediamo un rinvio per migliorare questo meccanismo”.

E dopo l’intervista di Grazione Delrio che intima a Di Maio di farla finita con le minacce altrimenti si va ad elezioni, sul tema della Giustizia è intervenuto anche Matteo Renzi: “Volere una giustizia senza fine significa proclamare la fine della giustizia. E non abbiamo cambiato idea. Ora ci sono due alternative: la prima è che la nuova maggioranza trovi una soluzione. E sarebbe meglio. Se non accadrà noi non ci inchineremo al populismo giudiziario imperante. E dunque, se non ci sarà accordo, voteremo il ddl di Enrico Costa, persona saggia e già viceministro alla giustizia del mio governo. Bonafede può cambiare la sua legge, se vuole, ma non può pretendere di cambiare le nostre idee”.

Su Facebook il capogruppo dem alla Commissione Affari Costituzionali Stefano Ceccanti scrive: “Quanto alla prescrizione, se la Lega è stata disponibile a votare una norma manifestamente incostituzionale è un conto, ma non si può pensare che il Pd, che allora si oppose con forza, non metta in campo tutte le iniziative possibili per abbatterla quanto prima. Il ministro Bonafede è rimasto al suo posto, ma qualcuno lo avvisi che la maggioranza è cambiata. Il fatto che la norma manifestamente incostituzionale possa essere operativa dall’1 gennaio non è un argomento per tenerla lì: l’accettazione della politica dei fatti compiuti apparteneva a Chamberlain e Daladier”.

Anche il capogruppo al Senato Pd Andrea Marcucci ribadisce: “Di Maio forse non ha capito la gravità della situazione. Sulla prescrizione, non faremo passi indietro”. Il Movimento Cinque Stelle e Di Maio vogliono quindi la crisi? A rispondere è Roberto Speranza: “Io penso proprio di no”, dice il ministro della Salute. “È chiaro – spiega il ministro – che ci sono dinamiche di partito, però il punto non è solo Di Maio. Io penso che non si può fare un’intervista al giorno minacciando da una parte e dall’altra il voto anticipato”.

 

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