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“Aprite chiese e conventi ai migranti”. La nuova sfida dell’elemosiniere del papa

“Mi rivolgo ai cardinali, ai vescovi, ai presbiteri, ai religiosi: apriamo, a cominciare da me, le nostre canoniche, i conventi, i monasteri per ospitare ognuno almeno una famiglia dei campi profughi di Lesbo, per poterli svuotare tutti. Le risorse ci sono”. È questo l’appello lanciato dall’elemosiniere del Papa, il cardinale Konrad Krajewski, accogliendo i trentatré rifugiati arrivati ieri a Fiumicino dall’isola di Lesbo attraverso un corridoio umanitario. Il cardinale era divenuto “celebre” qualche mese fa quando attaccò la corrente a un palazzo occupato a Roma per evitare a tante famiglie bisognose di continuare a vivere in una condizione di forte degrado.

E adesso Krajewski lancia questo invito a tutti i religiosi. “Ho visto nei campi dell’isola di Lesbo situazioni terribili. A maggio c’erano 7.000 persone – dice -, oggi ce ne sono oltre 15mila con 800 bambini non accompagnati. Così non c’è speranza per loro oggi, si ferma in Grecia. Vivono in disagio e condizioni drammatiche. Un problema ed una vergogna per l’Europa. Il Papa ha a cuore tutto questo perché è puro vangelo. Ci ha dato l’esempio il nuovo cardinale di Lussemburgo: due settimane fa ha portato due persone da Lesbo a carico suo, ha diviso con loro lo spazio della casa e vivono insieme”.

L’accoglienza a 33 rifugiati di diversa nazionalità, così come quella prevista per altri 10 nei prossimi giorni, in accordo col ministero dell’Interno, “ha l’obiettivo di offrire un futuro a chi vive – molti ormai da lungo tempo – nei campi profughi nell’isola greca”. Dopo la visita dello scorso maggio con l’Elemosineria Apostolica, Sant’Egidio aveva organizzato d’estate (tra luglio e agosto) una presenza di volontari a Lesbo e a Samos per manifestare, attraverso varie iniziative, la sua solidarietà ai profughi presenti nelle due isole.

E anche dalla chiesa evangelica tedesca arriva un sostegno per la Sea Watch: cinquanta associazioni di ispirazione cristiana, infatti, hanno dato vita ad un cartello, chiamato “United4Rescue”, per donare ai volontari un’altra nave che solcherà le acque del Mediterraneo già dal prossimo gennaio. “Non bisogna solo parlare, ma bisogna agire”, le parole del presidente della chiesa evangelica tedesca, Heinrich Bedford-Strohm.

 

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