Confermare i decreti di sequestro nei confronti di Gianluca Savoini, l’uomo di fiducia di Matteo Salvini da mesi nell’occhio del ciclone per lo scandalo Metropol. Questa la richiesta della procura della Cassazione, che ha messo nel mirino le chiavette e i cellulari con il file audio dell’incontro avvenuto all’hotel di Mosca riguardante i presunti fondi russi alla Lega. La richiesta della Cassazione rientra nell’ambito dell’inchiesta per cui lo stesso Savoini è indagato per corruzione internazionale.
Secondo la procura, durante l’analisi dei telefoni sequestrati sarebbe stata trovata la foto di un foglio su cui erano appuntate le percentuali da dividere tra la Lega e gli intermediari russi: si sarebbe trattato del 4% per il Carroccio e del 6% per i russi. Cifre emerse dalla compravendita di una partita di gasolio del valore di un miliardo e mezzo.
La foto sarebbe stata scattata da Gianluca Meranda e sarebbe poi stata spedita sia a Savoini che a Francesco Vannucci. La procura della Cassazione chiede quindi di confermare il sequestro che già a settembre era stato avallato anche dal Tribunale del riesame, dopo il ricorso presentato dal legale di Savoini.
Nel ricorso si chiedeva l’annullamento del decreto di perquisizione e dei sequestri effettuati, perché secondo la difesa di Savoini era illegittimo l’utilizzo dell’audio della riunione, con successiva richiesta di dissequestro dei telefoni e delle chiavette usb. A settembre il ricorso era stato respinto dai giudici che sostengono, inoltre, che Savoini volesse “agire rapidamente per l’avvicinarsi delle elezioni europee”.
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