Picchiato per ben due volte, ridotto in gravi condizioni e costretto a un ricovero d’urgenza in ospedale. Con la sola “colpa”, agli occhi dei suoi carnefici, di essere omosessuale. Un episodio agghiacciante andato in scena a Lecce e per il quale dovranno ora rispondere cinque persone, accusate di tentato omicidio con l’aggravante dell’avere commesso il fatto agendo con crudeltà. Un caso che in realtà risale a questa estate, per la precisione al 10 agosto 2019, ma i cui dettagli sono stati resi noti soltanto ora.
A Santa Cesarea Terme, nel leccese, un uomo di 43 anni è stato aggredito da quattro turisti e un giovane salentino, tutti provenienti secondo la stampa locale da buone famiglie. Due degli aggressori sono militanti dell’estrema destra. Per l’accaduto, il pubblico ministero della Procura di Lecce Luigi Mastroniani e i carabinieri della stazione di Poggiardo indagano su cinque persone: E.S., 26 anni, salentino di Trepuzzi, e i milanesi R.F., 22 anni; S.D.A, 23 anni; C.B., 24 anni e B.F., 20 anni.
Tutti e cinque sono accusati, in concorso, di avere aggredito per due volte in una notte un uomo di 43 per motivi omofobi: “Frocio, ricchione” sono le parole che sarebbero state rivolte alla vittima prima durante e dopo l’aggressione. La violenza sarebbe stata brutale: alla vittima sarebbe stato il lobo dell’orecchio sinistro con una forza tale da staccarglielo. Ed a nulla servì l’intervento di un passante interpellato dalla vittima dopo la prima aggressione.
L’aggressione sarebbe andata in scena dopo una festa in un locale salentino alla quale parteciparono i cinque indagati: uno di loro, troppo ubriaco, se ne sarebbe andato anzitempo per cercare di smaltire la sbornia dormendo un paio d’ore nell’auto parcheggiata, e più tardi sarebbe stato raggiunto dagli altri quattro amici. Poi il gruppo si sarebbe accanito contro l’uomo, picchiato a calci e pugni violentemente in volto. Durante il pestaggio la vittima aveva perso anche il lobo di un orecchio, che gli era stato staccato.
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