Il primo passo, alla fine, c’è stato. Dopo tanto parlare, Mara Carfagna e i suoi fedelissimi, quegli scontenti di Forza Italia che non si rassegnano all’idea di un ruolo subalterno alla Lega di Salvini, hanno abbassato il ponte levatoio, creando un primo collegamento con il governo Conte. L’associazione Voce Libera ha preso posizione sul tema del referendum sul taglio dei parlamentari, ritirando le firme e facendo così slittare il deposito in Cassazione.
Un’iniziativa che ha visto al fianco della Carfagna un gruppo di parlamentari della sua corrente: Franco Dal Mas, Massimo Mallegni, Laura Stabile e Barbara Masini. A chiarire il motivo della scelta è stato proprio Mallegni: “Eravamo inizialmente animati da spirito referendario, poi abbiamo sentito puzza di morto: molti sostenitori del referendum si erano spesi solo per far sì che si tornasse a votare con mille seggi in palio. Una presa in giro”.
Dietro quel gesto, però, c’è un futuro che per molte forze dell’opposizione, visibilmente preoccupate, è già scritto: una parte di dissidenti di Forza Italia è pronta a dare una mano al governo Conte. Anche perché la Carfagna, visto il logoramento dei rapporti con Berlusconi, “non ha più niente da perdere”, secondo chi la conosce bene.
Ma la scelta della Carfagna ha aperto anche un altro, inedito scenario: Salvini, che pure in Parlamento era stato un sostenitore del taglio, ora è pronto ad attrezzarsi con i propri senatori per sostenere il referendum. Il motivo di questo voltafaccia? Neutralizzando il taglio, il leader della Lega avrebbe più seggi da promettere e quindi un’arma in più per indebolire ulteriormente il governo giallorosso, già costretto nelle ultime settimane a fare i conti con defezioni continue.
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