Burocrazia canaglia, e intanto Roma resta a piedi. O per lo meno ci restano i passeggeri della metropolitana della Capitale, linea A, che prendono i convogli nelle fermate Barberini, Baldo degli Ubaldi e Cornelia. Che restano ancora chiuse perché mancano nulla osta e ok ai collaudi. Il ritardo è notevole, se si considera che dall’incidente alla fermata di Repubblica in cui rimasero feriti dei turisti russi, è passato oltre un anno.
Il nodo è sempre quello: nessuno degli organi deputati a decidere della riapertura si assume la responsabilità del via libera e l’iter resta invischiato nel solito intoppo burocratico all’italiana. Stavolta il rimpallo di competenze è tra Atac, la società che gestisce il trasporto pubblico locale per il Comune di Roma, e l’Ustif (Ufficio speciale trasporti impianti fissi) del Ministero dei Trasporti.
Il collaudo delle scale mobili della fermata di Barberini non ha superato il controllo ministeriale. Ma non è dato sapere quando potrà essere ripetuto l’esame, perché Atac deve effettuare degli interventi non calendarizzati. Interventi che, invece, sono stati fatti nelle altre due stazioni chiuse per il programma di revisione ventennale, ma senza ottenere ancora il nulla osta per la riapertura. E i tempi si allungano.
Sulla linea A le fermate senza scale mobili sono numerose. Per alcune il collaudo ministeriale è andato bene, ma non sono stati trasmessi verbali e ok al ripristino.
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