Una domanda fatidica che si stanno ponendo in tanti in questi mesi controversi, quelli che vedono il governo giallorosso andare avanti tra mille difficoltà: “Conte alla fine cadrà o no?”. Le rassicurazioni arrivano da ogni angolo della maggioranza. Ma le spettro di Matteo Renzi è sempre dietro l’angolo, nonostante le parole al miele di Maria Elena Boschi a Radio 24: “Non cade il governo, non vogliamo far cadere il governo che abbiamo contribuito a far nascere. Dobbiamo arrivare alla fine naturale della legislatura nel 2023”.
E però, al di là delle dichiarazioni di facciata, il rischio di un clamoroso strappo non è del tutto tramontato. La data da segnare in rosso sul calendario è quella del 28 gennaio, quando si avranno i risultati definitivi delle tornate elettorale regionali. In caso di successo di Matteo Salvini e della Lega, le cose potrebbero cambiare e in fretta. “Italia Viva ha detto chiaro e tondo che andrà fino in fondo e il 28 gennaio potrebbe votare insieme a Lega e Forza Italia la proposta di legge Costa, il responsabile giustizia di Forza Italia” è infatti la notizia che sta agitando l’esecutivo.
In caso di debacle alle urne, insomma, Renzi potrebbe puntare sul tema della giustizia per staccare la spina al governo. Si mormora addirittura della possibilità di riportare il Pdl in commissione, proprio per evitare il voto con le inevitabili conseguenze che potrebbe avere per il governo. Un campanello d’allarme suonato proprio quando i sondaggi erano tornati a sorridere timidamente ai dem, in recupero netto soprattutto sull’alleato Cinque Stelle, in difficoltà nonostante le dimissioni di Di Maio.
Nel frattempo la battaglia si sta spostando verso il mondo televisivo, con i programmi e i tg Rai sotto accusa per lo spazio eccessivo concesso a Salvini, senza contraddittorio. Il Pd, insomma, è circondato da fuochi pericolosi, amici e nemici. Con il calendario che, nei prossimi giorni, rischia di farsi particolarmente bollente.
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