Siparietti ormai all’ordine del giorno, quelli che vedono come protagonista Matteo Salvini alle prese con la difesa dell’ordine pubblico delle città dell’Emilia Romagna. Il Capitano, novello giustiziere, si arrabbia, suona al citofono, inquadra numeri civici di luoghi dove, per sentito dire, potrebbero esserci degli spacciatori. In barba alla privacy, innanzitutto. E dietro che quelle segnalazioni ricevute sia stato fatto un reale lavoro d’indagine, compito che (è bene ricordarlo) spetta alle forze dell’ordine. E così dopo gli ultimi episodi proprio gli agenti hanno deciso di alzare la voce.
Salvini ha prima citofonato a un’abitazione privata chiedendo “Buonasera signora, suo figlio è uno spacciatore?”. Poi, nonostante le polemiche, ha inquadrato l’esterno di un negozio chiuso, permettendone la facile identificazione, sostenendo di aver ricevuto notizia di un giro di droga nel locale. I
l capo della polizia Franco Gabrielli è intervenuto sulla vicenda condannando il gesto dell’ex ministro dell’Interno.“Stigmatizzo sia quelli che fanno giustizia porta a porta sia quelli che accusano la polizia in maniera indiscriminata” ha detto Gabrielli, rispondendo a un giornalista. Parole che però non sembrano interessare troppo al Capitano, che a Modena, dove è andato in scena l’episodio del negozio ripreso dall’esterno, ha spiegato; “Al civico 38 spacciano, non serve citofonare, l’hanno già chiuso. Ogni volta che posso dare una mano a mamme e persone che denunciano queste cose, io la do”.Insomma, nonostante anche le forze dell’ordine gli stiano intimando di cambiare registro, Salvini continua a mostrarsi come un vigilante ai cittadini dell’Emilia Romagna, un travestimento ovviamente finalizzato a ottenere più voti possibili in vista delle prossime Regionali. Con gli utenti che si chiedono: “Ma è davvero necessario mettere in scena un simile teatrino per un pizzico di consenso in più?”.
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