Un tema che ha scatenato una vera e propria bagarre in studio, durante la trasmissione Dritto e Rovescio di Paolo Del Debbio, con Lucia Borgonzoni, candidata leghista al ruolo di presidente dell’Emilia Romagna, incalzata dal presidente Arcigay Rimini Marco Tonti che le ha chiesto di affrontare le tematiche Lgbti, sostenendo che il Carroccio sia vittima di una spinta omofoba. In diretta è successo di tutto, tra insulti, accuse e con l’esponente del partito di Matteo Salvini che si è limitata a commentare con un laconico “No vabbè, ci vuole un limite”. Ma la questione non è finita lì.
Come testimoniano i flyer promozionali delle serate gay Make Up al Link Project con tanto di un “programma stragay” e Smalto al Kimki, la candidata della Lega compare nel cast dell’organizzazione insieme con il Mit – Movimento Identità Trans (all’epoca Movimento Italiano Transessuale), Antagonismo Gay e Arcigay Cassero. In queste serate Lucia Borgonzoni, nipote del celebre pittore Aldo Borgonzoni, esponeva le sue opere a promozione della causa Lgbti. “Era una grande sostenitrice della causa Lgbti – ha aggiunto dj Max – Ricordo che se qualcuno parlava male dei gay, lei reagiva molto male, prendendone subito le difese. E poi le piaceva sostenere le loro serate esponendo i suoi quadri”.Poi la svolta, una volta iniziata la carriera politica nella Lega. La Borgonzoni ha iniziato a seguire un vento diverso, intensificando le dichiarazioni contro la collettività Lgbti. Tra queste, la richiesta di “togliere immediatamente il Cassero all’Arcigay”, lei che, stando alle testimonianze di chi la frequentava da giovane, aveva sostenuto e partecipato a serate organizzate da queste due realtà. “Certo che fa strano vederla in tv parlare di certe questioni e indossare in Parlamento la t-shirt con la scritta Parlateci di Bibbiano. Mi verrebbe da dirle: Lucia, parlaci del Link o del Kimki”.
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