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Concepiscono le figlie per abusarne e creare materiale pedopornografico: arrestate

Figlie concepite appositamente per abusare di loro e creare materiale pedopornografico. Per lungo tempo avrebbero abusato sessualmente di loro, in tenera età, con lo scopo di produrre foto e filmati da diffondere ad altri online. Sono queste le agghiaccianti e pesantissime accuse nei confronti di due donne, due “mamme” (se così si possono ancora chiamare) arrestate dalla polizia con l’accusa di abusi sessuali e produzione di materiale pedopornografico. Si tratta di due donne, una residente nella provincia di Terni e l’altra in quella di Reggio Emilia.

Come riporta Fanpage, “nei confronti delle due mamme gli agenti hanno eseguito due misure di custodia cautelare emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze su richiesta della locale procura della Repubblica. Gli arresi delle due donne infatti arrivano al termine di una inchiesta condotta dalla polizia postale della Toscana su un presunto giro di immagini pedopornografiche online. Secondo l’accusa, gli abusi andavano avanti da tempo visto che le due donne avrebbero commesso abusi sessuali sulle figlie fin dai primi anni di età”.

Due le vittime degli abusi, dunque. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti si tratta di due bambine entrambe minori di 10 anni, figlie delle due donne arrestate. “Nell’ambito della stessa inchiesta la polizia postale toscana ha arrestato anche un uomo residente in regione, padre di una delle bimbe. L’inchiesta infatti avrebbe come fulcro proprio la posizione e il ruolo dell’uomo nel traffico di materiale pedopornografico. Sarebbe proprio lui il destinatario delle materiale pedopornografico che ha come vittime le due bambine”.

“Il 40enne del Grossetano e la donna di Terni con cui aveva una relazione avrebbero deciso di concepirla al solo scopo di abusarne sessualmente”, lo scrive il gip Agnese Di Girolamo nell’ordinanza  di arresto. Da una “chat tra i due emerge come assolutamente verosimile” che la gravidanza sia stata voluta “con il preciso intento di realizzare le fantasie sessuali condivise” scrive il giudice.

 

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