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Anna, uccisa a 32 anni dal marito perché “era tornata a casa tardi”

Voleva lasciare il marito perché non accettava la fine del matrimonio. E per questo è stata uccisa. L’ennesimo caso di uno straziante femminicidio andato in scena in Italia, con una donna vittima della follia di chi diceva di amarla. Questo il movente dietro la tragedia andata in scena a Piossasco, in provincia di Torino, dove Andreas Trabuio Raae Pedersen, 39 anni di origini danesi, ha prima ucciso la moglie Anna Marochkina, 32 anni, tagliandole la gola con un coltello da cucina e poi si è conficcato quella stessa arma nel petto suicidandosi.

A dare l’allarme sono stati i vicini di casa, che avevano sentito urla provenire dal loro appartamento. Prima del dramma tra i due era infatti andata in scena una feroce lite:quando i carabinieri sono arrivati e hanno fatto irruzione nell’abitazione, era però già troppo tardi. Tutto è successo intorno alle quattro del mattino: i coniugi, sposati da cinque anni, sono stati trovati senza vita nell’appartamento, lei stesa a terra in bagno, in una pozza di sangue e lui riverso su di lei.Andreas aveva una ditta individuale nel ramo dei progetti grafici 3d per il settore automotive, lei era laureata in architettura e da due anni lavorava in un’azienda di Rivalta, la St Facade Technology. A Piossasco, nelle palazzine di via Robert Capa, si erano trasferiti poco dopo il matrimonio, cinque anni fa, ed erano da tutti considerati una coppia normale.Sui social aveva scritto di recente, a commento di una foto che lo ritraeva insieme a le: “Non è quello che una persona ha a renderlo importante ma quello che è capace di dare agli altri”. Continuano intanto le indagini degli inquirenti, che stanno cercando di ricostruire esattamente cosa abbia scatenato la furia omicida del 38enne. Secondo una prima ipotesi, Andreas avrebbe affrontato la moglie accusandola di essere rientrata tardi e di avere già un’altra relazione. Alla richiesta di lei di non interferire, sarebbe scoppiata la discussione.

Foibe, un orrore che divide e che dovrebbe farci invece sentire orgogliosamente italiani

 

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