Smontare l’ossatura dei decreti sicurezza associati, già nel nome, al suo predecessore Matteo Salvini. Luciana Lamorgese, dopo tanti annunci, ha deciso di passare ai fatti, preparando le carte da portare al tavolo della maggioranza per superare le norme, criticate fin dal loro ingresso in vigore. Mettendo sul piatto due temi forti: cittadinanza e diritto all’iscrizione all’anagrafe per i richiedenti asilo. Una bozza che va ben al di là delle osservazioni con il quale il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva accompagnato la firma delle norme volute dalla Lega.
Un piano già pronto da tempo, quello della Lamorgese. Rinviato continuamente per dare priorità prima alla finanziaria e poi alle delicatissime Regionali in Emilia-Romagna, che rischiavano di avere ripercussioni fortissime sulle sorti del governo. Ora, però, è il momento di dare il via alle danze. L’obiettivo è quello di rivedere le norme anti Ong ma anche ampliare la tipologia di permessi di soggiorno in modo da riavvicinarsi il più possibile alla protezione umanitaria.
La Lamorgese proporrà anche ai colleghi di riportare da 4 a 2 anni, con il silenzio assenso, il termine massimo per la conclusione delle pratiche per la concessione della cittadinanza per residenza e matrimonio e ripristinare l’iscrizione all’anagrafe dei Comuni per i residenti asilo. In caso la maggioranza fosse d’accordo, un nuovo decreto potrebbe arrivare in tempi brevissimi, anche se non sarà facile. Il Movimento Cinque Stelle ha già mostrato resistenze, e decisiva sarà l’opera di mediazione, già iniziata, del premier Giuseppe Conte.
Saranno spazzate via, con tutta probabilità, le sanzioni previste contro le Ong che dovessero violare il divieto di ingresso in acque territoriali italiane. Divieti che d’altronde la Lamorgese, da quando è al Viminale, non ha mai applicato. Via anche la norma che consente la confisca delle navi alla prima violazione del divieto di ingresso in acque italiane. Come risposta al boom di irregolari a causa dei due decreti sicurezza, l’idea è quella di ampliare le protezioni speciali, oggi molto limitati, per permettere a più persone di usufruirne (compresi individui con disagi psichici, vittime di tratta e nuclei famigliari).
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