Le frizioni nel governo? “Tanto rumore per nulla”. Ne è convinto il senatore leghista Gian Marco Centinaio, intervenuto a Radio Capital per un’intervista con Giannini: “La sfiducia non si minaccia: si presenta”, dice a Circo Massimo. “Così è un abbaiare alla luna”. Renzi secondo lui “è come i chihuahua che abbaiano ai dobermann per avere visibilità. E quando dico dobermann non parlo di Conte ma del Pd”. L’ex ministro dell’Agricoltura approverebbe un patto fra i due Mattei, Renzi e Salvini: “Ben venga ma l’importante è andare al voto e non fare un terzo governo”.
E questo è il titolo, poi Centinaio conclude. “In caso di crisi, l’auspicio è che Mattarella dica basta a un terzo governo litigioso come i due precedenti”. Nuova giornata di tensione nel governo, dunque, con la guerra in atto fra il premier Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva rischia di terremotare ancora il quadro politico con dichiarazioni durissime nei confronti di Palazzo Chigi: “Se cade Conte, si fa un nuovo governo, non si andrà alle elezioni”, dice nella sua enews. Parole che sembrano confermare l’ipotesi da tanti avanzata in queste ore, cioè che l’ex presidente del Consiglio stia provando in ogni modo a far cadere Conte per sostituirlo con un altro premier.
E ancora: “I numeri per il Conte ter – dice Renzi – non ci sono. Da giorni, molti nostri senatori sono avvicinati da inviti a lasciare Italia Viva. Io non ci credo, anche perché conosco i senatori di Iv e non ne vedo dieci pronti ad andarsene (per adesso non ne vedo nemmeno uno)”. E lancia la sfida: “Possiamo rinunciare agli incarichi anche domattina”. Poi Renzi si difende sulle polemiche per il viaggio in Pakistan: “Un politico degno di questo nome ha anche relazioni internazionali. Se ad altri non capita non so che farci”.
Toni battaglieri, insomma, da Renzi anche se oggi al primo tavolo di lavoro convocato a Palazzo Chigi nell’ambito dell’Agenda 2023 per fare il punto su Università, ricerca, Scuola e innovazione digitale il partito di Renzi è presente con una delegazione composta dalla senatrice Gelsomina Vono e il deputato Gabriele Toccafondi. Non si è ripetuta, insomma, la diserzione di giovedì scorso, quando le ministre di Italia Viva non si sono presentate al consiglio dei ministri sulla giustizia. Avrà ragione Centinaio?
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