Un rifugio per nulla accogliente, sporco, freddo. Una caverna che, in realtà, sarebbe destinata al bestiame. E dove invece vivono in Siria ben 8 famiglie in fuga dagli orrori della guerra e dalle violenze che dilagano per le strade della provincia di Aleppo, nella zona nord-ovest del Paese. In totale, si tratta di circa 22 persone tra cui molti bambini, costretti a stare sotto terra senza riscaldamento e a dormire direttamente a contatto con la roccia.
La drammatica testimonianza arriva dalla zona vicina al villaggio di Taltouna, a 17 chilometri da Idlib, il capoluogo dell’omonima provincia da settimane sotto attacco dell’esercito governativo e dell’aviazione russa. Non l’unica, purtroppo: in queste ore sono arrivate infatti anche testimonianza di bambini che si aggirano tra le tombe del cimitero d
i Sarmada, a pochi chilometri dal confine con la Turchia, dormendo nella sala di preghiera del campo santo che è stato riadattato a riparo improvvisato per decine di famiglie siriane sfollate a causa dei combattimenti.Tra gli episodi drammatici emersi in queste ore, che testimoniano il grado di disperazione di una popolazione distrutta da giorni e giorni di combattimenti feroci, ecco emergere anche le testimonianze di chi si dice
disposto a vendere un proprio organo pur di ottenere i soldi necessari per una tenda. “Un uomo a Idlib – scrive su Twitter Mahmoud Mosa, un attivista siriano – offre il proprio rene per comprare una tenda per la sua famiglia dopo 37 giorni di sfollamento”.“Abbiamo camminato per tre giorni e ora viviamo in una tenda. Tutte le nostre cose sono zuppe di pioggia e fango” ha invece raccontato Nadia, una madre recentemente sfollata da Saraqib, cittadina nei pressi di Idlib recentemente riconquistata dall’esercito governativo. “Ho un bambino molto malato che ha bisogno urgente di essere operato – il dramma della donna che adesso vive in un campo per sfollati vicino Aleppo – ma non posso permettermelo. Se mio figlio muore, non potrò far altro che seppellirlo”.
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