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Arma, il comandante eroe che ha portato calma sulla nave ‘infetta’ con poesie e cioccolatini

È sceso per ultimo dalla nave. È riuscito a controllare bene la situazione, ha tranquillizzato tutti e si è guadagnato il titolo di “eroe” sulla stampa di tutto il mondo. È il capitano che domenica sera è finalmente sceso a terra. È Gennaro Arma, il capitano della Diamond Princess, la nave da crociera rimasta in quarantena in Giappone a partire dal 5 febbraio con 3711 persone a bordo e che alla fine è arrivata al triste conteggio di 705 persone positive al coronavirus e cinque morti. Arma è sbarcato solo dopo che anche i restanti 130 membri dell’equipaggio erano già sulla banchina. E quindi lo ha fatto da solo, come immortalato da una foto rimbalzata sui media internazionali: in divisa, nel silenzio del porto di Yokohama, con un trolley, la mascherina e tutto il peso di una situazione difficile ormai alle spalle.

“Nelle ultime settimane il mio equipaggio ed io siamo stati concentrati sul prenderci cura degli ospiti a bordo della Diamond Princess”, racconta al Messaggero. Adesso farà “una quarantena di 14 giorni prima di poter tornare attivamente in servizio. Sto bene e sono risultato negativo al test per il coronavirus”. E se il capitano Arma oggi è considerato un eroe da chi era a bordo, è anche perché ha conservato fermezza e umanità in una situazione del tutto fuori dall’ordinario. E lo ha fatto in modo stra-ordinario. Il caos avrebbe potuto facilmente prendere il sopravvento. E lui cosa ha fatto?

Questa è stata la sua impresa: tenere i suoi nervi saldi e alto il morale tra equipaggio e passeggeri. Proprio questi ultimi hanno raccontato tutto, con i loro diari di bordo. Immagini e parole postate sui social con cui gli ospiti della nave hanno mostrato come, un giorno dopo l’altro, si sono affezionati alla voce cordiale con cui il 45enne affidava agli altoparlanti sia le notizie più tristi che le sue rassicurazioni. Per quasi un mese il capitano si è sempre occupato di motivare gli ospiti, dandogli supporto e speranza, e ha organizzato la vita a bordo nel migliore dei modi tra mille difficoltà per gli ambienti angusti e i contatti ravvicinati.

Racconta Il Messaggero: “Per San Valentino ad esempio, non solo ha trovato il modo di far distribuire biglietti di incoraggiamento, cioccolatini e tortine a forma di cuore, ma ha recitato anche un passo della prima lettera ai Corinzi sull’amore. Un gesto di fede all’interno di una tragedia – i morti sulla nave sono stati 5 – che il capitano Gennaro Arma è riuscito a gestire anche grazie all’equipaggio proveniente da tutto il mondo e che lui ha ribattezzato “i miei gladiatori”. Con alcuni di loro ora condividerà le 2 settimane di quarantena. Gli ultimi giorni che lo separano dalla moglie Mariana, dal figlio e dalla casa di Sant’Agnello”.

 

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