Un’emergenza che continua a tenere l’Italia col fiato sospeso, quella legata al diffondersi del coronavirus e all’aumento costante del numero dei contagiati, giorno dopo giorno. Con annesse polemiche legate alla troppa leggerezza con cui tante persone continuano ad affrontare lo stato di crisi, spostandosi per lo Stivale come niente fosse. Una questione sulla quale è intervenuto l’ex allenatore della Nazionale italiana di calcio Marcello Lippi, da tempo legato alla Cina dopo aver scelto di allenare lì nell’ultima parte della sua carriera.
Lippi ha spiegato come il popolo cinese sta cercando di uscire da questo grave problema: “Mi hanno detto che stanno migliorando molto le cose – ha spiegato l’ex commissario tecnico della Nazionale italiana ai microfoni di Novantesimo Minuto – In Cina ci sono stati numeri eccezionali, ma l’hanno affrontata con tanta decisione e severità. Per esempio qui in Italia ho sentito dire che una persona contagiata era scappata dalla zona rossa per andare a sciare e poi si è fatta male e l’hanno curata. Laggiù invece chi è scappato dalle zone rosse l’hanno giustiziato”.
“Sono molto più severi nel far rispettare le leggi – ha proseguito Marcello Lippi – Hanno dei medici e degli scienziati importanti e stanno pian piano trovando la maniera di uscirne. Mi hanno detto che stanno migliorando le cose, che stanno aumentando tantissimo i guariti e credo che riprenderanno il campionato a metà aprile”.
Lippi che allenò la gloriosa spedizione della Nazionale ai Campionati Mondiali di calcio 2006, ha lavorato per il club cinese del Guangzhou Evergrande dal 2012 al 2015 e per lo staff tecnico della Nazionale Cinese dal 2016 al 2019. L’allenatore ha poi sottoscritto le parole di Damiano Tommasi e del ministro Vincenzo Spadafora: “È il momento di prendere delle decisioni. Da sportivo mi sento di dire al ministro che per i calciatori è quasi impossibile che non si abbraccino dopo un gol. Bisogna prendere delle decisioni, io penso che il campionato verrà fermato, ed è anche giusto farlo”.