L’emergenza coronavirus ha fatto esplodere una rivolta inedita e preoccupante delle carceri italiane. In 27 penitenziari i detenuti sono in agitazione. Lamentano la paura del contagio del coronavirus e protestano perché le misure varate per combattere l’emergenza comprendono anche una serie di restrizioni ai colloqui con i parenti. Ci sono già sei detenuti morti, tre solo nel carcere di Modena. Ma la rivolta è scoppiata anche a San Vittore a Milano e Ucciardone a Palermo. Ma la rivolta più violenta si registra a Foggia, dove molti detenuti hanno tentato l’evasione, lo riporta Il Fatto Quotidiano. Alcuni detenuti sono stati bloccati poco dopo all’esterno dell’istituto penitenziario dalle forze dell’ordine. Altri invece sono riusciti a fuggire, disperdendosi nei quartieri vicini e rubando automobili.
“La contemporaneità delle rivolte all’interno delle carceri italiane lascia pensare che ciò a cui stiamo assistendo sia tutt’altro che un fenomeno spontaneo. C’è il rischio che dietro le rivolte possa esserci la criminalità organizzata”, dice Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp. “È in atto, infatti – secondo Pianese – una evidente strategia che tenta di approfittare delle difficoltà causate dell’emergenza Coronavirus. Siamo perciò pronti a dare il massimo sostegno alla Polizia penitenziaria e al sistema sicurezza nel suo complesso affinché la già complessa situazione del Paese non venga ulteriormente aggravata”. Nel carcere di Foggia la situazione appare fuori controllo. Una parte del penitenziario, dicono alcune fonti della polizia , è in mano ai rivoltosi.
I detenuti sono sul tetto, alcuni hanno rotto le finestre e divelto un cancello della block house, la zona che li separa dalla strada. All’ingresso della casa circondariale è stato appiccato un incendio. I carcerati hanno gridato: “Vogliamo l’indulto e l’amnistia, non possiamo stare così con il rischio del Corinavirus. Noi viviamo peggio di voi, viviamo nell’inferno”. Nella casa circondariale attualmente ci sono 608 detenuti, numero al di sopra della capienza ottimale che sarebbe di 365. Sul posto polizia, carabinieri e militari dell’esercito. Racconta Il Fatto che all’esterno dell’istituto ci sono i parenti di alcuni detenuti che, prima di essere allontanati, hanno cercato di far ragionare i detenuti per riportarli alla calma.
Caos anche nel carcere di San Vittore, nel centro di Milano, dove la protesta è esplosa di prima mattina: i detenuti hanno preso il terzo o il quinto raggio, distruggendo gli ambulatori. Momenti di tensione al carcere Ucciardone di Palermo, dove c’è stato anche un tentativo di evasione subito contenuto. Diversi detenuti hanno scavalcato i passeggi ma sono ancora all’interno della cinta muraria del carcere. Proteste anche nelle carceri di Torino (dove i detenuti di quattro sezioni si sono barricati nel Padiglione B delle Vallette), al don Soria di Alessandria e a Rebibbia a Roma.
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