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Ilaria Capua: “Il numero di infetti in Italia e nel mondo è il vero punto interrogativo”

Sull’emergenza cornaivurs è intervenuta ancora Ilaria Capua. Ha parlato durante la trasmissione DiMartedì condotta da Giovanni Floris su La7: “Una volta che una persona muore devono essere fatti una serie di esami. Aspetto con interesse l’esito di questi esami per capire se il coronavirus è un patogeno primario o un patogeno opportunista. Io credo che l’Italia si sia spaventata e questa situazione sia stata comunicata male. Nella stampa inglese è riportato tutto in altra maniera”. In collegamento, Ilaria Capua si schiera a favore delle misure drastiche varate per cercare di rallentare l’emergenza coronavirus in Italia.

“Siamo in una situazione di grande emergenza – sottolinea la nota virologa – quindi trovo che mettere in atto misure draconiane e antipatiche sia l’unico reale strumento per frenare il contagio. Questa situazione non la risolveranno i medici, ma le persone che devono essere parte della soluzione e non del problema”. Ma quanto è grave la situazione attuale? “Sull’Italia – afferma la Capua – ho detto più volte che il grande punto interrogativo è il numero reale degli infetti. Se c’è un morto su 100 è un conto, uno su un milione è un altro”.

Quindi afferma: “Non sappiamo quanti sono, però l’evidenza degli studi sugli altri Paesi è che due terzi degli infetti sono asintomatici, quindi in Italia al momento sono sicuramente più di 10mila, magari 30mila o addirittura 100mila, non si sa”. Questa situazione non riguarda solo l’Italia, ma tutta Europa: “Stiamo attraversando per primi una situazione molto complicata e mi piacerebbe vedere alcuni parametri almeno armonizzati”.

Le misure per contenere il contagio del coronavirus sono strette con l’Italia dichiarata “zona protetta”, ma sembra non bastare. Non ancora. La Lombardia vuole passare a uno step successivo: chiudere uffici e fermare bus e metro. L’idea è di lasciare aperti solo i negozi di alimentari e le farmacie, chiudere bar e ristornati e fermare la produzione. E Conte ci sta pensando seriamente.

 

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