Per tutti quelli che in queste ore si chiedono a cosa serva restare in casa, consigliamo la lettura della storia di Marta. È lei stessa a renderla pubblica e a rivolgere un appello a tutti noi: “Avrei tanto voluto restare a casa oggi invece devo affrontare la chemio. Vorrei tanto che queste parole venissero lette da tutte quelle persone che se ne vanno scorrazzando, annoiate di restare nelle loro abitazioni”. Inizia così il post di Marta D. P., paziente oncologica del Policlinico Agostino Gemelli di Roma. Le sue parole vengono subito ripresa da molti quotidiani online, tra cui l’HuffingtonPost: “La diciannovesima chemio mi aspetta”, racconta Marta.
Poi confessa la sua speranza: “Vorrei tanto che questo post venisse letto da tutte quelle persone incoscienti che se ne vanno scorrazzando per l’Italia, annoiate di restare nelle loro abitazioni, magari sul divano a vedere la tv accoccolati con i figli. Oggi non posso neanche rannicchiarmi sulla poltrona perché devo stare super protetta con i calzanti, la mia amica Anna mi ha regalato un paio di calzini bellissimi e dolcissimi come lei. Con tanti cuori, da poter indossare quando sono qui. Non ho toccato nulla da quando sono arrivata, ho il timore anche di guardare le persone negli occhi per paura che possano parlarmi. Ho paura di essere contagiata e che tutti i miei sacrifici fatti da un anno a questa parte vadano in fumo”, dice Marta.
Poi il suo grido: “Io voglio vivere! Quello che mi spaventa è che, a differenza del tumore in cui dovevo confidare nella volontà del Signore, la medicina e la mia forza, ora per sopravvivere devo sperare che milioni di persone non siano egoiste e superficiali. È una paura diversa, perché qui non posso lottare solo io, ma lo dobbiamo fare tutti. Per noi pazienti oncologici è tutto più difficile ora, non c’è un solo bastardo a spaventarci, ma due! Il clima che si respira qui al ‘Gemelli’ è molto tranquillo, a dir la verità. Anche se mio marito, come tutti gli altri, è dovuto restare fuori dal policlinico (giustamente)”.
“Oncologi e infermieri ci rassicurano in ogni modo possibile, l’oncologa ha apprezzato il mio travestimento da Ris, ma chi mi conosce conosce la mia eccessiva forma di protezione sempre”, dice Marta. Una giovane mamma, che trova nel pensiero di sua figlia la forza per andare avanti. Seduta dopo seduta. “Ora la chemio inizia a fare effetto, le lettere iniziano a confondersi, gli occhi si chiudono. Per addormentarmi penso sempre a qualcosa di bello che mi aspetta: Mariasole! Mamma tra poco sarà da te”.
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