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Crotone, elenco dei positivi al coronavirus finisce in una chat: “Così è caccia all’untore”

La notizia è stata segnalata dal giornalista locale Bruno Palermo e sulla vicenda è intervenuto anche Carlo Parisi, segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria e segretario generale aggiunto della Fnsi: “Il caso registrato a Crotone impone un immediato intervento delle autorità sanitarie e giudiziarie, le uniche autorizzate, in casi eccezionali, quale è l’attuale, a rendere noti elementi finalizzati esclusivamente a tutelare la salute pubblica”. E subito Crotone finisce su tutti i giornali. Cosa è successo? Un elenco di pazienti positivi al coronavirus, in ordine alfabetico, con nome e cognome e data di nascita, è finito sulle chat e sui social di migliaia di cittadini di Crotone.

La procura di Crotone fa sapere che sta indagando, a seguito della presentazione di una denuncia, su questa fuga di notizie. “Si registrano tramite circuiti social ovvero di messaggistica istantanea notizie relative a dati sensibili che si attengono la sfera sanitaria e privata. A prescindere dalle implicazioni di natura penale e di violazione della privacy si invitano tutti ad evitare che si perpetuino tali deplorevoli e spiacevoli episodi. Come convenuto, anche con la locale Prefettura, si confida nel consueto spirito collaborativo dei mass media per una corretta informazione, al fine di evitare facili strumentalizzazioni”, si legge nella nota diffusa dalla procura e ripresa anche da Fanpage.

La procura di Crotone sta indagando anche sull’assenza, in piena epidemia da coronavirus, di 300 dipendenti dell’Azienda sanitaria provinciale. Gli uomini della guardia di finanza si sono recati oggi alla direzione della Asp e hanno chiesto i fascicoli di questi dipendenti: si tratta di 91 infermieri, 33 medici, 17 operatori socio sanitari e 159 dipendenti amministrativi. Le indagini sono coordinate dal pm Alessandro Rho.

I media locali, molto attenti in questo momento alla tutela della privacy delle persone, sono stati proprio quelli che hanno denunciato la vicenda che nasce dall’interno di uffici che hanno a disposizione questi dati. Per questo nessuna testa giornalistica che si rispetti pubblicherà mai quell’elenco.

 

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