Un siparietto inimmaginabile. Difficile da sopportare. L’ennesimo nella carriera di un leader politico, Matteo Salvini, che ha fatto del tentativo costante di raggranellare consenso colpendo la pancia degli italiani il suo diktat, sempre e comunque. La ricerca di un tornaconto politico che è fine raggiungibile con ogni mezzo. Con le grida di piazza, con gli slogan facili e fuorvianti, con le fake news vomitate in rete a getto continuo attraverso canali armati giorno e notte dai suoi fedelissimi, la Bestia che si aggira sui social. E attraverso la fede, quella che torna di comodo soltanto quando ci sono le telecamere davanti.
I baci al rosario e le continue invocazioni al Sacro Cuore della Vergine Maria erano stati in questo senso emblematici. Ora l’ennesimo passaggio di una recita vuota, blasfema. La sintesi della politica salviniana è tutta lì, nell’eterno riposo recitato in diretta a Canale 5 insieme a Barbara D’Urso per ricordare le vittime del coronavirus, salite nel frattempo a oltre 10 mila. Lasciando l’iniziativa alla conduttrice e seguendola a ruota con freddo cinismo, un rituale senza senso. O meglio, buono, come sempre, a rimbalzare qua e là su qualche pagina virtuale, alla ricerca di like e condivisioni, share quotidiano di cui il Capitano ha bisogno per nutrire i suoi sondaggi (ultimamente, tra l’altro, assai pericolanti).
“Mi tolgo dieci secondi per dedicare un pensiero agli italiani”. Come una concessione, una rinuncia al prezioso tempo che gli viene in realtà costantemente concesso su ogni piattaforma. Salvini prega in diretta, poi torna ad attaccare l’Europa, il governo, Conte. Lui che predicava un’unione di intenti tra governo e opposizione per trascinare l’Italia fuori da un’emergenza sanitaria ed economica senza precedenti e che è poi tornato, mezz’ora dopo, ad attaccare l’odiato premier con la stessa veemenza di sempre. Quella rabbia che si trascina dietro dal giorno in cui, sotto gli occhi del mondo, è stato umiliato quando pensava di essersi aperto una strada sicura verso Palazzo Chigi.
Una preghiera che è l’ennesimo tentativo di accattonaggio di un politico ormai disposto a tutto, senza più freni. Persino, in questi giorni, a invocare Mario Draghi come premier, lui che leghista attaccava l’Europa e i suoi simboli sostenendo la necessaria demolizione. Gioca con le paure della gente, la fomenta, cerca di indirizzarli. Di fondo verso le urne, l’unica cosa che conta davvero agli occhi di un Capitano che ha a cuore solo la propria, personalissima nave. Il papa ha invitato i fedeli a remare uniti, ricordando come nessuno si salva da solo in mezzo alla tempesta. Salvini continua la sua personalissima regata, disposto a tutto pur di arrivare al traguardo prima degli altri.
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