Gli effetti positivi che la musica ha sul corpo umano sono ormai da tempo scientificamente provati: tra i più importanti c’è il rilascio di dopamina, l’ormone del piacere, che quando entra in circolo nel nostro organismo funziona anche da analgesico. Non è un caso che la musicoterapia sia entrata negli ospedali. I pazienti ricoverati a ridurre lo stress, può essere un utile ausilio in una realtà come la Terapia Intensiva dove a combattere ci sono pazienti in condizioni spesso critiche. In virtù di tutti questi effetti benefici, nasce il progetto di filodiffusione realizzato per la prima volta in Italia al Policlinico San Marco di Zingonia, grazie a un lavoro di squadra tra medici e amministrazione e alla generosità di due aziende, il colosso dell’arredamento Ikea e un’azienda bergamasca, la Spider Linee Vita. L’idea è partita dal dottor Nicola Sertori, giovane medico trentatreenne, che in questi giorni è il responsabile facente funzione del reparto sub intensivi del Policlinico San Marco, in cui sono ricoverati 120 pazienti, tutti Covid-19. Un’intuizione trasformata nel giro di pochissimi giorni in realtà, grazie a una gara di solidarietà.
Durante il primo giorno di musicoterapia, lunedì 30 marzo, sono risuonate le prime note leggere, di musica classica: “Dopo oltre un mese di dolore e sofferenza ho visto qualcuno sorridere, sollevato, per la prima volta”, è stato il commento del dottor Nicola Sertori, che in questi giorni è il responsabile facente funzione del reparto sub intensivi. Il medico, autore dell’intuizione musicale, ci tiene a sottolineare l’impegno profuso da chi, in pochissimi tempo, ha fatto diventare realtà la sua idea: “La Mela, il Dasky, il Vava, il Faro e il Berry, a loro che hanno messo in secondo piano ansia e preoccupazione per istallare l’impianto va il mio grande grazie”.
Un reparto Covid-19 e una terapia sub intensiva sono attivi con le loro tecnologie 24 ore su 24 ore: i rumori di questi ambienti accompagnano i pazienti senza interruzioni, ma grazie alla “musicoterapia” sarà possibile renderli più accoglienti e offrire un po’ di sollievo ai malati.
Dopo il Policlinico San Marco, il progetto verrà esteso ad altri ospedali del Gruppo San Donato, a partire dal Policlinico di Ponte San Pietro, ospedale “gemello” del Policlinico San Marco sempre in provincia di Bergamo – che conta quasi 200 pazienti Covid 19 tra reparti di degenza, sub-intensivi e terapia intensiva – e al Policlinico San Donato di Milano.
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