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La Svezia innesca la retro? Boom di contagi, si pensa a nuove restrizioni

Si era parlato a lungo, in questi giorni, del “modello svedese” adottato per contrastare il coronavirus, senza imporre ai cittadini le stesse restrizione adottate dai governi di quasi tutto il mondo. Soltanto inviti generici e una sorta di “patto”: “Seguite le regole e non saranno necessari divieti”. Un sistema che però pare di colpo entrato in crisi, con il boom di contagi che sta creando non pochi grattacapi al governo, finito di colpo sotto accusa: 365 i nuovi positivi registrati nel giro di 24 ore, per un totale di oltre 6.400 accompagnati da 358 decessi.

“La vita non va avanti come al solito in Svezia” ha precisato la ministra della Salute, Lena Hallengren, in un incontro con i media internazionali, sostenendo di aver comunque cambiato le abitudini dei cittadini. Le persone di età superiore ai 70 anni e in gruppi a rischio sono state fortemente incoraggiate ad evitare contatti e agli istituti di istruzione superiore è stato consigliato di tenere le lezioni da casa. Sono state adottate misure economiche per rendere meno costose le assenze per malattia e alle persone è stato ripetutamente chiesto di lavorare da casa e di autoisolarsi al minimo sintomo.Tra le misure più severe, i divieti delle riunioni con oltre 50 persone e le visite alle case di cura. I ministri hanno sottolineato che le raccomandazioni stanno avendo un notevole effetto. Ma in netto contrasto con gran parte dell’Europa e dei suoi vicini nordici, i ristoranti e le scuole elementari rimangono aperti. E Stoccolma, focolaio del Paese, è comunque molto più animata di altre città europee. Un approccio che finora ha soddisfatto i cittadini, ma inizia a scricchiolare pericolosamente sotto il profilo sanitario, con l’emergenza che sembra allargarsi. Uno studio pubblicato la scorsa settimana dalla rivista medica The Lancet, intitolato “Covid-19: Learning from Experience”, ha affermato che “la risposta lenta iniziale in Paesi come il Regno Unito, gli Stati Uniti e la Svezia appare ora sempre meno assennata”. Di recente era stato l’epidemiologo di stato Anders Tegnell ha dichiarato all’Agenzia di sanità pubblica nazionale che mentre la Svezia ha osservato una curva relativamente piatta per diverse settimane, ora sta vedendo “una curva abbastanza ripida”. I servizi sanitari hanno segnalato carenze di attrezzature, ma finora non sono stati invasi come in Italia e Spagna.

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