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Negli Usa c’è ormai più di un morto al minuto. E tutti se la prendono con Trump

Nervi scoperti alla Casa Bianca, nel momento più drammatico della recente storia degli Stati Uniti. I dati arrivati nelle ultime ore sono terribili, scioccanti: i morti per il coronavirus hanno superato quota 22 mila secondo quanto registrato dalla Johns Hopkins University, con oltre 555 mila positivi in tutto il territorio. Numeri che fanno degli Usa il Paese più colpito dalla pandemia, e che hanno scatenato polemiche a non finire nell’opinione pubblica, con il presidente Trump messo duramente sotto attacco da scienziati, opinionisti e avversari politici.

Trump ha manifestato disagio nei confronti di Anthony Fauci, il superesperto di malattie infettive consulente del governo Usa, dopo che il medico ha affermato: “Se il Paese fosse stato chiuso prima, altre vite sarebbero state risparmiate”. Parole che hanno fatto infuriare il presidente  dal coronavirus. Il presidente ha prontamente ritwittato un post che si concludeva con la frase “Time to #FireFauci”, ovvero un più che esplicito “È ora di licenziare Fauci”, facendo così trapelare pubblicamente tutta la propria irritazione.Anche la stampa americana è però finita nel mirino della Casa Bianca. Il New York Times ha messo nel mirino la risposta dell’amministrazione Trump alla pandemia, definendola “troppo lenta”. Il presidente ha risposto, senza mezzi termini: “L’articolo è falso, così come è falso il quotidiano. Sono stato criticato per essermi mosso troppo velocemente quando ho imposto restrizioni dei viaggi dalla Cina”. La spia di una tensione crescente, anche perché in ballo c’è anche il futuro politico dell’attuale inquilino della Casa Bianca.Il tutto a vantaggio del futuro candidato presidente Joe Biden, che ha illustrato proprio in queste ore il suo piano per vincere la sfida: “Primo, dobbiamo far calare in modo significativo il numero dei casi. Questo vuol dire che il distanziamento sociale deve continuare e che le persone che lavorano in prima fila devono avere le apparecchiature di cui hanno bisogno. Secondo, c’è bisogno di test diffusi, disponibili e facili, ma anche di una strategia di tracciamento che tuteli la privacy. Terzo, dobbiamo essere sicuri che gli ospedali siano attrezzati per il riemergere del virus che potrebbe verificarsi quando l’attività economica inizierà a crescere. Dobbiamo smetterla di pensare che la risposta economica e quella sanitaria sono separate”.

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