Alcuni fedeli schiamazzano, la Cei se la prende con Conte, il mondo della Chiesa, insomma, si ribella alle imposizioni del premier Conte per la Fase 2. A far arrabbiare il clero è il fatto che le funzioni religiose sono ancora rimandate. Ma a mettere la parola fine a questa polemica (sterile), ci pensa direttamente papa Francesco. Il Santo Padre, infatti, ha chiesto ai cattolici di obbedire alle regole del governo: “In questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni”. Poche parole ma eloquenti prima della messa celebrata a Santa Marta per fare capire che occorre procedere per gradi.
In questo modo, come riporta il Messaggero, “il Papa sembra voler riportare serenità nel mondo cattolico e tra i vescovi che in questi giorni hanno protestato contro il governo per il protrarsi della chiusura delle chiese quando, invece, erano in corso delle trattative per una timida apertura il 4 maggio per le celebrazioni. Da Palazzo Chigi, dopo l’annuncio che aveva scatenato tante polemiche tra i vescovi, il premier Conte aveva subito diffuso un comunicato per rassicurare la Chiesa che si sarebbero trovate misure adeguate per riprendere anche l’attività nelle parrocchie”.
Naturalmente la situazione non è facile da gestire anche perché non omogenea sul territorio nazionale, con parrocchie piccole, poco capienti e non attrezzate per fare controlli ed essere sempre sanificate e altre parrocchie molto più grandi, ampie e strutturate. Queste ultime non avrebbero di certo problemi ad aprire di nuovo le porte per le celebrazioni almeno durante i giorni feriali che sono quelli meno frequentati.
Con queste parole, comunque, il papa sembra aver voluto mandare un messaggio forte e chiaro soprattutto alla Cei che aveva alzato decisamente la voce contro il premier. Conte, intanto, pare che stia per cedere alle pressioni della Chiesa e stia per dare il via libera prima del 18 maggio alla ripresa delle funzioni religiose. Chissà che queste parole di papa Francesco, però, non lo tranquillizzino ad andare dritto per la sua strada, quella della prudenza.
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