Un reparto dove si starebbe sperimentando una cura con plasma contro il coronavirus dagli effetti miracolosi, con pazienti guariti completamente nel giro di sole 48 ore. E dove però sarebbero intervenuti i carabinieri del Nas per bloccare ogni attività in corso. Una notizia che ha fatto il giro del web in queste ore e che, però, nasconde la più classica delle bufale alla quale, di questi tempi, gli utenti meno accorti rischiano di credere davvero, con tanto di presunte immagini dell’accaduto che stanno facendo il giro dei social. Di vero, però, non c’è nulla.
A mostrarsi stupito era stato lo stesso direttore generale Raffaello Stradoni, che si era chiesto, di fronte a quelle notizie: “Non so perché i Nas abbiano chiamato ma sono totalmente tranquillo. Il protocollo sulla sperimentazione è rigido e consente il trattamento solo su alcuni pazienti che devono avere certi criteri. So che la gestante in questione non rispondeva a queste caratteristiche, ma era molto grave e rischiavamo di perderla, per cui abbiamo somministrato la cura off-label, in ambito compassionevole e l’abbiamo salvata. Non mi risulta comunque che i carabinieri del Nas abbiano sequestrato le cartelle cliniche, hanno solo fato una telefonata”.
La gestante in questione era “una donna incinta curata con il plasma presso l’ospedale di Mantova”. E i controlli, con annessa chiusura imposta dai Nas? In realtà si apprende come da parte del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità non c’è stata nemmeno qualche perquisizione e nessuna richiesta di materiale o delle cartelle, ma solo una telefonata per avere informazioni su un caso specifico e non sulla sperimentazione della cura che, tra le altre cose, non viene svolta soltanto a Mantova ma anche a Pavia e altri centri italiani.
Il tutto fermo restando, come chiarito in queste ore dagli esperti, che si tratta di una terapia valida per i malati, pazienti selezionati o esclusi attraverso determinati criteri, con dei limiti legati alla reperibilità e alla verifica del plasma adatto per essere utilizzato. Di immunità, però, è bene non parlare. Quella infatti sarebbe garantita soltanto da un vaccino, che al momento ancora non esiste. Bene fare attenzione, di questi tempi, a bufale e disinformazione.
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