Tempi duri per i giovani che stavano muovendo i primi passi nel mondo del lavoro. A causa dell’emergenza sanitaria, il mondo del lavoro è andato in stand-by. In soccorso a tale situazione è intervenuto il governo con cassa integrazione e varie tipologie di bonus a sostegno dei lavoratori autonomi e famiglie in condizioni reddituali disagiate, ma per mezzo milione di giovani stagisti e tirocinanti nessun sostegno economico è stato previsto messo in atto. Insieme agli studenti di medicina specializzandi e ai giovani professionisti che, per aver cominciato recentemente la loro attività lavorativa, sono in molti quei giovani che non hanno avuto accesso al bonus da 600 euro. “Nelle 434 pagine del Decreto legge Rilancio – ha denunciato Eleonora Voltolina, direttore della rivista on line la Repubblica degli Stagisti – non vi è nemmeno una menzione di stagisti, tirocinanti, praticanti. Sembra che il governo si sia dimenticato dell’intero blocco”.
Una questione che riguarda 350 mila laureati (stage curriculari) e almeno altri 150 mila non ancora laureati (stage extracurriculari) ai quali si aggiungono i giovani professionisti e gli studenti di medicina che avevano già avviato il tirocinio, non considerati dallo Stato e dalla maggior parte delle Regioni nell’assegnazione del bonus Covid – 19. Sono poche le Regioni che si sono mosse per aiutare i giovani: tra queste il Lazio, la Toscana e l’Emilia Romagna. Ma tra le Regioni che hanno ignorato stagisti e tirocinanti c’è quella che vanta il numero maggiore di giovani in queste condizioni, la Lombardia, con 75 mila giovani rimasti senza alcun tipo di sostegno. La Lombardia ha inoltre bloccato la partenza di nuovi stage e tirocinii, a differenza di altre Regioni.
Eppure qualcuno aveva pensato anche a questa categoria. Da una parte la deputata Pd Chiara Gribaudo, che ha chiesto di includere i tirocinanti nel Fondo per il reddito di ultima istanza prima con un emendamento (non passato) al Cura Italia e poi con un ordine del giorno. Dall’altra la deputata molisana M5S Rosalba Testamento, 43 anni, che ha a sua volta depositato un ordine del giorno sul tema, anch’esso approvato lo scorso 27 aprile. Dunque la partita è ancora aperta, ma al momento non c’è alcuna previsione, nonostante la maggior parte di stage e tirocini siano fermi: solo quelli che potevano andare avanti in modalità lavoro agile sono stati autorizzati, ma non tutti poi si sono avvalsi di questa possibilità.
Un enoerme passo indietro, che annulla anni di battaglie per la retribuzione degli stage, per fermare lo sfruttamento di studenti e laureati. L’unico spiraglio per chi si trova in questa situazione rimane quella del reddito di emergenza. Il reddito di emergenza però, per come è formulato, tiene conto delle condizioni di reddito dell’intera famiglia, non ha gli stessi presupposti del bonus che viene erogato a chi non ha potuto continuare in questo periodo la propria attività lavorativa.
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