Un passaggio che a molti italiani è arrivato ovvio, scontato. E che nasconde in sé, invece, una svolta nell’azione del governo e soprattutto negli orientamenti del premier Giuseppe Conte. Che, a parole, ha ribadito in questi giorni l’importanza del parere del comitato tecnico-scientifico, che continuerà a svolgere un ruolo importante anche durante la Fase 2. E che però, nei fatti, lo ha scavalcato, causando una frattura mai venuta alla luce nelle passate settimane.
Come rivelato in queste ore da La Stampa, Palazzo Chigi ha deciso di muoversi stavolta in contrasto con quanto auspicato dal team di virologi, infettivologi, pneumologi, cardiologi e via dicendo che compongono il cosiddetto “partito degli scienziati”. Dopo due mesi di lockdown, il premier ha scelto la linea più morbida, lasciando che il Paese tornasse, di fatto, alla sua vita di sempre o quasi. Il tutto nonostante arrivassero moniti decisi in senso contrario: “L’emergenza sanitaria non è ancora al capolinea, serve prudenza e un monitoraggio costante della curva dei contagi”.
A prevalere, però, è stata alla fine la disperazione degli italiani che chiedevano disperatamente di poter tornare al lavoro. Conte ha deciso in piena autonomia, come sottolineato dallo stesso premier lontano dalle telecamere, assumendosi i rischi del caso. Lo stesso Roberto Speranza, che avrebbero voluto rimandare alcune riaperture e mantenere il lockdown per un altro periodo, era contrario. A spingere il premier, la risposta positiva data finora dai cittadini: “Hanno capito l’importanza delle protezioni e del distanziamento”.In accordo con il ministro per gli Affari Regionali, ma lasciando ai vari enti locali la responsabilità di validare i rispettivi protocolli, si è arrivati così alla decisione finale, nella convinzione che fosse impossibile aspettare ancora di più e che fosse necessario allentare molte delle rigidità inizialmente previste e pensate. Conte ha rotto con gli scienziati per schierarsi con i cittadini. Dimostrando ancora una volta di non aver paura di decidere.
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