Dopo lo scontro Stato-Regioni, siamo allo scontro sindaco-presidente di Regione. E di mezzo c’è sempre il governatore Vincenzo De Luca. Stavolta ad attaccarlo direttamente, attraverso una lunga intervista rilasciata a TPI, è il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, molto critico sulla Fase2 e sulla decisione del governatore della Campania Vincenzo De Luca di non siglare il decreto Conte e di riaprire le attività in ritardo rispetto al resto d’Italia (il 21 maggio) con un’ordinanza regionale: “Voglio essere io a decidere come deve ripartire Napoli”. Il sindaco ha detto che ha chiamato De Luca: “Sì, ci siamo chiamati poco fa e ci vedremo a breve”.
Sulla posizione del governatore De Luca sulla riapertura il 21 maggio, De Magistris è chiaro: “La trovo completamente incomprensibile. Assurdo. Punto primo perché c’è un accordo della conferenza Stato-Regioni e non è che una regione si defila così, unilateralmente. Secondo, l’ordinanza di De Luca è arrivata alle 23.30 di domenica sera 17 maggio, quando tutti i ristoratori e i pizzaioli erano pronti a riaprtire. Tutto questo per spostarla dal 18 al 21: non capisco per 3 giorni che cosa cambia da un punto di vista sanitario… Fossero state due settimane, per controllare ancora il contagio, avrei capito”.
Sulla strategia di De Luca, De Magistris analizza: “Sembra voler mettere confusione sul campo. È stata una propaganda di De Luca per mettersi in mostra, per dire che la nostra Regione decide da sola. Quando invece c’è un caos istituzionale che non finisce più. Non riesco a capire questa centralizzazione sulle Regioni nella Fase 2! Come si può pensare di far ripartire il Paese così? Dal mercatino, al parco, alla distanza dei tavolini… Ma che ne sa la Regione? Queste attività le fanno i sindaci, perché possono gestire i territori, conoscono i cittadini casa per casa. Questo è un errore di strategia e di visione”.
Infine, la sferzata finale che sicuramente riceverà la replica del governatore. Dice De Magistris: “Capisco che in questo momento la comicità conta più della politica, ma i napoletani non è che si sono chiusi in casa perché erano minacciati con il lanciafiamme. I napoletani sono un popolo intelligente, dalla forte intuizione. Hanno capito benissimo cosa stava succedendo in Lombardia e si sono resi conto delle condizioni in cui si trovava la sanità campana martoriata”.
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