Se la connessione non è stabile, l’esame non è valido. La ”novità” che farà sobbalzare dalla sedia centinaia di studenti italiani, è stata introdotta dall’Università Tor Vergata di Roma, la seconda della Capitale. “Un malfunzionamento del sistema di ripresa, connessione o un’inquadratura non idonea comporteranno l’annullamento della prova… – recita uno dei punti base delle linee guida per gli esami orali dell’ateneo capitolino -, comporteranno l’annullamento della prova”. Ma non è tutto. Tra i “requisiti tecnologici” per accedere alla sessione estiva bisognerà premunirsi di un pc o tablet dotati di webcam con microfono e “per una videochiamata di gruppo di buona qualità i requisiti minimi di rete sono 500kbps (upload) / 1Mbps (download)”. Per gli studenti romani, non manca poi la ciliegina sulla torta: “Si raccomanda di verificare la velocità di connessione, effettuando, eventualmente, uno speed test online”. Per non parlare anche dello ”sforzo interpretativo” che viene richiesto alla Commissione esaminatrice, deputata a “monitorare con attenzione il comportamento dell’esaminando; ai fini dell’esito della prova d’esame, si chiede in particolare di valutare se questo denoti distrazione rispetto al monitor o eccessiva incertezza o lentezza nelle risposte”.
L’ateneo di Tor Vergata non sembra essere l’unico a voler applicare delle regole così rigide per quanto riguarda la connessione internet in tema di esame. Nelle linee guida per gli esami a distanza orali dell’università
La Sapienza, si legge: “Nel caso di perdita di connessione o di interruzioni ripetute, la commissione valuta e si esprime in merito alla validità della prova”. Lo stesso si dica per gli esaminandi dell’Ateno di Bologna che, se malauguratamente dovesse interrompersi la connessione durante l’esecuzione di un test scritto “l’esame sarà tramutato in prova orale”, recitano le linee guida di unibo.
Promettono suspense al cardiopalma anche le Università del Nord con il “Sistema Proctoring” che misurerà ogni singola, quasi impercettibile, manifestazione emotiva dello studente dinnanzi alla webcam: fogli che si muovono, spostamento della testa o delle palpebre e strani fruscii potranno decretare la bocciatura. In sostanza oltre che ad un buono studio, il destino di prove così importanti per il percorso di uno studente sono affidate anche alla tenuta della connessione.
Una scelta, quella degli Atenei nostrani, decisamente in controtendenza con lo stato d’arte del Paese, molto mal messo quanto a device e qualità di Rete. Secondo una recente indagine Istat, il 33,8% delle famiglie non ha un computer o un tablet in casa, il 47,2% ne ha uno e il 18,6% ne ha due o più. Lo scenario peggiore si profila al Sud dove 4 famiglie su 10 hanno il pc e solo 3 ragazzi su 10 hanno competenze digitali elevate. Intanto, però, mancano pochi giorni all’appello. E nell’attesa che il ministro dell’Università, Gaetano Manfredi, intervenga sulla vicenda, il destino degli studenti sembra appeso ad un filo: quello di internet.
Ti potrebbe interessare anche: Scuola, trovato l’accordo sul concorso per l’assunzione di 32 mila docenti precari