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In attesa di una casa popolare, trascorre tutto il lockdown in auto

Ha trascorso quasi due mesi di lockdown nella sua auto, una vecchia Mercedes gialla parcheggiata a due passi dal bar, perché in attesa di una casa popolare dal comune. E’ la storia di Giacomo Vincenzi di Lonato, 67 anni, da tutti conosciuto come Nino: “Avevo fatto domanda, pagato i bolli e tutto quanto – ha raccontato l’uomo al quotidiano Bresciaoggi– e il Comune mi ha detto che era tutto a posto”. Ma poi è arrivata l’amara notizia: “Finché un giorno l’assistente sociale mi ha chiamato per dirmi che era bloccato tutto, che c’era da aspettare e da rifare un’altra domanda”. Intanto grazie alla segnalazione degli amici del Bar Sport e all’impegno del sindaco Roberto Tardani, Giacomo ha trovato un alloggio temporaneo alla Comunità Villaregia dei Padri Salvatoriani. Ma è ancora senza una vera abitazione, perché le assegnazioni di case popolari sono bloccate ormai da anni a livello regionale e centinaia di persone nel basso Garda, non solo lui, sono in attesa di un tetto che non c’è, e non arriva.

La questione dell’assegnazione di una casa popolare è un tema caldo in tutta Italia. Sono tantissime infatti le famiglie con disagi economici che aspettano da tempo una abitazione comunale, nonostante aver magari anche prodotto correttamente tutta la documentazione necessaria. Solo nella Capitale, l’anno scorso erano 17.000 le persone in povertà estrema che si sono rivolte alla sala operativa sociale di Roma Capitale. 4.000 sono i migranti sotto protezione internazionale che si sono rivolti a uffici immigrazione. Circa 12.000 persone vivono in 75/80 stabili occupati. 4.500 nei campi rom. Il cui bando per richiedere una casa popolare a Roma risale al 2012, attualmente sono circa 13.000 le famiglie in graduatoria per una casa popolare e oltre 7.000 hanno visto respingere le domande anche per vizi di forma.
Le criticità di Roma le ritroviamo simili (in forma più o meno acuta) anche nelle altre grandi città metropolitane di Milano, Napoli e Torino. Roma, in questo accomunata alle altre grandi città d’arte, ha subito un processo di gentrificazione negli anni ’80 e ’90 e di desertificazione a causa della destinazione degli immobili ai fini turistici, dagli anni 2000 in poi. Il continuo aumento del prezzo delle abitazioni e degli affitti ha determinato una fuga forzata di centinaia di migliaia di persone verso le periferie e verso i paesi della cintura metropolitana.Ti potrebbe interessare anche: Rifiuti, bambino di 7 anni pulisce la spiaggia dalla spazzatura: “Era troppo sporca”

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