In tempi di coronavirus, anche un lieto evento come un matrimonio, il giorno più felice per ogni coppia innamorata, può assumere dei rivolti amari. E’ successo in lo scorso marzo in Giordania: il padre della sposa positivo al nuovo Covid, ha contagiato ben 76 persone su circa 360 invitati alla cerimonia, e una donna ha anche perso la vita. La triste vicenda è diventata un caso di studio, che sarà pubblicato il prossimo settembre sulla rivista dei Centers for Disease Control and Prevention Usa, dal momento che proprio l’uomo, arrivato qualche giorno prima del matrimonio della figlia dalla Spagna, potrebbe essere il paziente zero del Paese e colui da cui sarebbe nato il primo focolaio dell’epidemia da Covid-19.
L’uomo, che gli studiosi hanno considerato come il caso clinico indice in Giordania, ha 58 anni ed aveva manifestato i primi sintomi dell’infezione, come febbre alta, tosse e vie respiratorie ostruite circa due giorni prima del matrimonio, che si è svolto per circa due ore in un locale al coperto progettato per ospitare circa 400 invitati. Il 15 marzo, dopo essersi recato al pronto soccorso, è stato sottoposto a tampone, il quale ha dato esito positivo. Non solo. Quattro settimane dopo le nozze, altre 85 persone con una storia di esposizione correlata a quell’evento sono risultate positive. Di queste, 76 erano state direttamente alla festa, 9 erano contatti dei casi confermati. Metà di questi erano asintomatici o presentavano sintomi lievi, ma due pazienti erano in condizioni gravi o critiche. Addirittura, una donna di 80 anni con carcinoma mammario ha sviluppato polmonite e insufficienza respiratoria ed è deceduta 2 settimane dopo il ricovero in ospedale. Un’altra paziente, incinta, ha partorito il suo bambino con cesareo il giorno dopo il ricovero. Il neonato è risultato negativo.Dal matrimonio il 24% di tutti i casi del Paese
“La ricerca – scrivono gli studiosi – indica (e conferma) come nelle riunioni al chiuso e affollate, la velocità di trasmissione può essere molto più elevata”. Inoltre al matrimonio gli abbracci, i baci e le strette di mano sono pratiche ancora più comuni rispetto ad altre occasioni e rischiose per la trasmissione di questo virus. Entro il 10 aprile, il numero di casi confermati dal matrimonio costituiva il 24% di tutti i casi COVID-19 in Giordania.Il Paese è stato bloccato il 14 marzo e la città di Irbid, dove si è verificato l’epidemia, è stata isolata dal resto del Paese. “Le comunità – concludono gli studiosi – dovrebbero continuare a scoraggiare grandi riunioni, identificare e testare i contatti e isolare i casi confermati per aiutare a controllare la pandemia globale di COVID-19”.
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