Un’escalation che ha riportato tristemente agli onori delle cronache Forza Nuova, quella andata in scena al Circo Massimo. Con aggressioni fisiche e verbali rivolte ai giornalisti e alla polizia che hanno certificato per l’ennesima volta, ce ne fosse il bisogno, l’atteggiamento arrogante e violento di chi si crede al di sopra delle regole. E che viene autorizzato inspiegabilmente, con disarmante puntualità, a scendere in piazza. Tentando di darsi una minima ripulita, non sufficiente a nascondere la propria natura.
Non sono soltanto le barbarie di strada ad aver riportato nell’occhio del ciclone la formazione neofascista. In queste ore, infatti, il quotidiano online Linkiesta ha pubblicato un breve riassunto degli stravolgimenti avvenuti all’interno del partito fondato nel 1997 da Roberto Fiore e Massimo Morsello, una serie di scissioni andate in scena da nord a sud e che non hanno mancato di creare scandalo.
Tra gli esponenti del partito messi alla porta, infatti, ci sarebbe anche M.O., popolare dirigente riminese, cacciato per “gravi motivi di indegnità”. Una frase che di per sé potrebbe voler dire tutto e niente. Ma stando a quanto emerge da alcuni blog di estrema destra, il motivo dietro l’allontanamento sarebbe una relazione omosessuale avuta in passato, nel 2016, per la quale l’uomo era stato anche accusato pubblicamente da un altro militante contro il quale aveva sporto denuncia per diffamazione.
M.O., in apparenza, risulterebbe a una prima occhiata tra i più omofobi militanti di Forza Nuova, protagonista tra l’altro della sfilata a Cesena con tanto di bara matrimoniale per dire no alle unioni civili. E però, nel privato, quella relazione omosessuale lo avrebbe reso inaccettabile agli occhi dei suoi superiori. Espulsa anche la coordinatrice romagnola, rea di non aver svolto in maniera incisiva il suo ruolo di controllore. L’immagine bellissima di un partito moderno, non c’è che dire.
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