Uno dei grandi problemi dell’emergenza coronavirus e del suo post è certamente la scuola. Tra i vari ostacoli da superare in vista del ritorno in presenza a settembre, dopo che l’anno scolastico si è chiuso con la didattica a distanza, c’è anche la mancanza di personale docente. Un problema che è andato aggravandosi nel tempo a causa del blocco dei concorsi. Attualmente, infatti, rimangono scoperte 85.150 cattedre, circa 20mila in più rispetto all’anno scorso. La ministra Lucia Azzolina ha cercato di rassicurare i sindacati che chiedono subito nuove assunzioni: “Abbiamo garantito i diritti degli insegnanti, per 8mila di loro c’è uno spostamento fuori Regione che significa riavvicinamento a casa”.
La ministra Azzolina ha anche aggiunto: “Ora lavoriamo per le assunzioni da fare questa estate anche in vista della ripresa di settembre”. Questo è il problema legato alla carenza di personale e ad almeno due generazioni ormai precarie della scuola. Poi c’è l’altro grande tema, cioè il COME si rientra a scuola a settembre. L’ingresso scaglionato rientra tra le proposte fatte dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina per il ritorno in presenza a scuola a settembre. Cosa succederebbe, dunque?
Nel regolare l’orario bisognerà tenere conto anche dei flussi di traffico sul trasporto pubblico onde evitare la creazione di nuovi assembramenti. A questo proposito, dunque, come si legge su Il Messaggero, il Comitato tecnico scientifico avrebbe raccomandato al Governo di anticipare l’ingresso a partire dalle 7 proprio per questo motivo. Ovviamente, alla notizia, è subito montata la polemica da parte di famiglie e personale della scuola.
I criteri potrebbero variare a seconda della frequenza negli ultimi anni della scuola superiore, oppure tenendo conto del tragitto che gli studenti compiono per andare a scuola. Tutte proposte che dovranno essere messe a punto nei Tavoli regionali operativi da insediare presso gli Uffici Scolastici Regionali del Ministero dell’Istruzione.
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