Una carriera lunghissima, quella di Ennio Morricone, e costellata di pietre miliari, di successi che hanno contribuito a rendere grande il nome del nostro Paese fuori dai confini. Ammirato, invidiato, corteggiato da registi di fama internazionale. E ora tristemente rimpianto, come è destino comune dei geni. Tra i tanti, tantissimi ricordi legati al Maestro ce n’è però uno, non troppo distante nel tempo, mai come oggi di strettissima attualità.
Era il primo maggio 2011 quando Ennio Morricone salì sul palco del Concertone del primo maggio per dirigere l’Orchestra Roma Sinfonietta nella sua inedita Elegia per l’Italia. Rivelando poi successivamente, in un’intervista rilasciata a La Repubblica: “Ho pensato di mettere insieme nella prima parte della mia Elegia il coro verdiano Va’ pensiero e i Fratelli d’Italia e i due brani saranno contemporaneamente ascoltabili dal pubblico”.
“Come sono riuscito a mettere insieme due brani così diversi? Con qualche compromesso nell’armonizzazione e alcune licenze musicali. Che però non si sentono, anzi i brani restano del tutto riconoscibili. Quando l’orchestra suonerà Fratelli d’Italia, che nella mia versione rinuncia al tempo di marcetta per diventare più pensoso e riflessivo, il coro canterà il Va’ pensiero; viceversa, quando l’orchestra suonerà Verdi allora il coro intonerà Mameli”. Celebre la spiegazione dietro il motivo di quella scelta.
“Direi soprattutto un significato morale contro l’appropriazione indebita che la Lega ha tentato negli ultimi anni, un tentativo di scippo che considero però temporaneo – fu la magistrale risposta di Morricone a chi gli chiedeva conto della sua impostazione – Il canto di Verdi è un canto del Risorgimento italiano e dell’Unità d’Italia”.
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