Giuseppe Conte non perde occasione per rispondere colpo su colpo a Matteo Salvini, approfittando di ogni errore del Capitano (parecchi in realtà negli ultimi mesi) del suo acerrimo rivale, con il quale ha un lunghissimo conto aperto dalla crisi estiva del Papeete. Ultimo terreno di scontro, l’invito fatto dal presidente del Consiglio alle opposizioni, nella location di Palazzo Chigi.
Salvini, bene ricordarlo, aveva in passato detto no all’idea di varcare i cancelli di Villa Pamphili obiettando che gli incontri con autorità come il premier andrebbero organizzati nelle opportune sedi istituzionali. Una polemica abbastanza fine a sé stessa, visto che si trattava per l’appunto di un edificio sede di alta rappresentanza della Presidenza del Consigli. Ma tant’è. Il Capitano rifiutò, imitato dai colleghi del centrodestra. E ha rifiutato anche, di recente, l’invito a Palazzo Chigi.
Stavolta la motivazione di Salvini è stata diversa e alquanto più vaga. Prima il leader della Lega ha spiegato di non voler andare da Conte come protesta contro il mancato versamento della cassa integrazione a tanti lavoratori in attesa. Poi, incalzato dai giornalisti, ha chiarito di non essere mai stato realmente invitato. Passaggio smentito da Palazzo Chigi, che ha chiarito come le telefonate del caso siano partite verso ogni partito. E dalla stessa Meloni, che nel frattempo parlava di “decisione da discutere tutti insieme” in merito all’eventuale partecipazione.
Insomma, Salvini si è messo nei guai da solo, disciplina nella quale pare brillare più che in ogni altra. E Conte ha subito incalzato: “C’è un po’ di difficoltà a concordare con l’opposizione un luogo e un tempo in cui confrontarsi. Mi ricorda un po’ il Nanni Moretti di Ecce Bombo: ‘Mi si nota di più se lo facciamo a Villa Pamphilj o più istituzionalmente a Palazzo Chigi? Mi si nota più se si fa in un modo o in quell’altro?'”. Il povero Capitano, ancora una volta, è stato deriso dall’Avvocato. E adesso, chi ha il coraggio di tornare a guardare i sondaggi?
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