Da una parte gli chef stellati, con le loro creazioni. Dall’altro le trattorie, tradizionali o moderne, che dell’autenticità fanno il loro vanto. In questi anni il concetto di ristorazione in Italia si è notevolmente ampliato, e in mezzo ad una cucina che vuole essere un punto d’incontro tra le diverse concezioni del food, del servizio e dell’esperienza culinaria, restare attaccati alle tradizioni della propria terra per assaggiare ancora il “sapore di casa” è sempre più difficile. Un fermo sostenitore del connubio tra vera cucina italiana e trattoria tradizionale è Arrigo Cipriani, il patron dello storico Harry’s Bar di Venezia: “L’Italia è piena di professionisti, ma non andremo da nessuna parte finché non si renderanno tutti conto che il nostro unico vero modello resta la Trattoria. La nostra vera forza è l’accoglienza”.
Dunque con questa sua profezia, Arrigo Cipriani sembra avere le idee molto chiare sul futuro della ristorazione italiana e dei suoi chef: “Intendiamoci, l’Italia è piena di professionisti, ma non andremo da nessuna parte finché non si renderanno tutti conto che il nostro unico vero modello resta la Trattoria! E che la nostra forza è l’accoglienza! Basta con questi enormi bicchieri dove fan roteare pericolosamente il vino. E basta con questi insopportabili menu dégustation. Invece la nostra tavola, la trattoria, è libertà! Libertà di scegliere, cosa di cui questi chef non hanno idea!”.Per quanto cittadino del mondo, Arrigo mantiene un rapporto viscerale con la sua città, parlando con tanti collaboratori e dipendenti in dialetto. “Tratto i clienti come i re e i re come i clienti. Tutti allo stesso modo e tutti – soprattutto le persone importanti – vogliono essere trattati così, senza privilegi”. L’attaccamento alle tradizioni di Cipriani non può non far riflettere su quanta varietà culinaria possiede l’Italia, e su quanto forse non sia così indispensabile andare a cercare altrove lo stile di una perfetta ristorazione made in Italy.
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