L’attuale amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Roberto Tomasi è indagato nel fascicolo della procura di Genova in cui si contestano i reati di attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture. Non si tratta di un’indagine per il suo operato da ad della società, ma un filone che lo riguarda per la sua attività svolta quando era responsabile della progettazione e dell’installazione dei pannelli sulla rete autostradale.
Ai tempi dei fatti, Tomasi aveva partecipato al Comitato Grandi Opera che deliberò l’acquisto e la messa in opera dei pannelli fonoassorbenti che, essendo a rischio distacco, hanno fatto nascere il filone d’inchiesta. A raccontare il caso è stata la Repubblica, che ha fornito un particolare: proprio Tomasi avrebbe promesso a Francesco Cozzi, procuratore di Genova, di far smontare 500 chilometri di barriere anti-rumore a rischio crollo. Promessa mantenuta a stretto giro.
Tomasi dallo scorso gennaio aveva preso il posto di Giovanni Castellucci come amministratore delegato di Aspi. Ma l’indagine nei suoi confronti non nasce per il ruolo da ad, ma per un fascicolo aperto dalla procura di Genova a dicembre in cui si contestano i reati di attentato alla sicurezza dei trasporti e la frode in pubbliche forniture.
Un filone di inchiesta al quale si è aggiunto anche il capitolo relativo ai disagi per il traffico, dopo alcuni esposti presentati anche dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che chiede i danni ad Aspi. Nel fascicolo, inoltre, si ipotizza anche la violazione al contratto di concessione tra Autostrade e Stato. Per quanto riguarda Tomasi c’è un altro elemento che viene riconosciuto dagli inquirenti, secondo cui l’attuale ad di Aspi ha “un modo di operare diverso da chi lo ha preceduto”.
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