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Sui migranti il governo rischia di rompersi: il Pd punta il dito contro Conte

Cinque Stelle e Pd rischiano di trovarsi tra le mani, e presto, l’ennesima bomba pronta a esplodere e sgretolare di colpo un’unità custodita con estrema fatica dagli esponenti giallorossi: il caso migranti. Tanti, già, gli episodi che hanno riportato il tema al centro del dibattito pubblico, da Caltanissetta a Lampedusa passando per Porto Empedocle. Con le opposizioni a chiedere nuove strette e una parte dell’esecutivo a rumoreggiare, puntando il dito contro il premier Giuseppe Conte.

La situazione preoccupa la politica ma anche le autorità sanitarie: gran parte dei migranti in questione sono ospiti nei Cara per il periodo di quarantena obbligatoria e una loro libera circolazione amplifica i pericoli di un’impennata nei contagi da Coronavirus. In un’intervista al Corriere della Sera, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha parlato di “flussi eccezionali” e di una situazione molto complessa. Motivo per cui il Viminale ha deciso di inviare in Sicilia l’esercito e alcune navi per la quarantena.​”Abbiamo un problema di salute pubblica, se chi arriva deve stare in quarantena in un Cara e poi scappa, non è un problema di nazionalità” è stata la reazione del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Che ha aggiunto: “Deve fare passi avanti anche l’Ue, che deve riprendere le redistribuzioni che si sono fermate con la pandemia, riattivando l’accordo sottoscritto a Malta nel settembre scorso”.Zingaretti, invece, prima ha fatto ricorso a toni più istituzionali, invitando il governo a valutare gli scenari “con grande attenzione”. Poi si è trovato a fare i conti con la voce di Matteo Orfini, che ha parlato di “fallimento di della strategia concepita dal governo Gentiloni con Minniti ministro e proseguita con i due governi Conte”. Nel mirino dell’esponente dem ci sono i decreti sicurezza di Salvini. Ma anche la gestione dell’attuale esecutivo. Una voce non isolata, a conferma di come il terreno sia spinosissimo e l’insofferenza di diversi democratici ormai evidente.

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