Continuano a venire alla luce dettagli dei verbali desecretati del Comitato tecnico-scientifico che rischiano di sollevare un polverone intorno al premier Conte, già nel mirino per la scelta di imporre il lockdown a tutto il Paese, compreso il Sud Italia, e non di intervenire in maniera localizzata. Ora, ecco spuntare nuove rivelazioni sulle zone rosse mancate a Nembro e Alzano Lombardo: una questione su cui da mesi si dibatte, con un rimbalzo continuo di responsabilità tra governo e Regione Lombardia.
Stando a quanto si legge nei verbali, nella riunione del 3 marzo nella sede della Protezione Civile il Cts avrebbe proposto di “adottare le opportune misure restrittive già adottate nei Comuni della zona rossa anche in questi due comuni” della Val Seriana. A rendere pubblico il passaggio è stato il consigliere regionale della Lombardia Niccolò Carretta, che lo scorso 6 aprile ha fatto una richiesta al Pirellone di accesso agli atti riguardo la zona rossa bergamasca. Il motivo della proposta, si legge nel verbale pubblicato dall’Eco di Bergamo, era “limitare la diffusione dell’infezione nelle aree contigue”.
Il Cts avrebbe sottolineato che Nembro e Alzano si trovano “in stretta prossimità di Bergamo” con una popolazione di 13.639 e 11.522 abitanti. “Ciascuno dei due paesi ha fatto registrare attualmente oltre 20 casi, con molta probabilità ascrivibili ad un’unica catena di trasmissione. Ne risulta pertanto che l’R0 è sicuramente superiore a 1, il che costituisce un’indicatore di alto rischio di ulteriore diffusione del contagio”.
Conte ha però affermato, scrive il Corriere della Sera, di non aver mai visto quel verbale. All’attacco del premier è andato il leader della Lega Salvini, che detto: “
Se io vado a processo il 3 ottobre per avere trattenuto poche decine di immigranti per qualche giorno su una barca, allora portiamo Conte e i suoi al Tribunale internazionale perché hanno sequestrato mezza Italia”.
Libero e i migranti “che mangiano i cani”. Ovviamente, una bufala