Scoppia il Covid anche al Billionaire di Porto Cervo di Flavio Briatore. Sei dipendenti sono infatti risultati positivi nell’esclusivo locale in Costa Smeralda. Tutti sono in autoisolamento in attesa delle istruzioni dall’unità di crisi sanitaria del Nord Sardegna dopo le direttive del direttore Roberto Pretto, che ha immediatamente informato camerieri, cuochi, lavapiatti, barman e addetti alla sicurezza. Al momento sono solo in pochi ad aver effettuato il tampone, come scrive Giuseppe Scarpa sul Messaggero, quindi l’ipotesi è che i positivi potrebbero essere più dei sei attualmente noti e le prossime ore saranno fondamentali per capire quanto sia grave la situazione.
Briatore in più occasioni ci ha tenuto a smorzare le polemiche assicurando che il suo ristorante-discoteca si è sempre impegnato a far rispettare tutte le norme di sicurezza, dalla misurazione della temperatura alle mascherine fino al dimezzamento degli ospiti ammessi alla struttura. Non è ancora chiaro come si sia originato il contagio, che potrebbe essere partito da clienti asintomatici o da lavoratori stagionali forniti da un’agenzia privata al locale per incrementare il personale dal 1 al 22 agosto.
“Il sindaco di Arzachena non fa rispettare nemmeno i suoi stessi decreti. Ho le prove”. Così Flavio Briatore era tornato proprio pochi giorni fa ad alimentare sui social la polemica con il sindaco di Arzachena Roberto Ragnedda che, dopo la stretta del governo sulle discoteche e sugli altri locali da ballo, ha imposto ulteriori restrizioni nel suo territorio. In particolare il noto imprenditore contestava al sindaco lo stop della musica a mezzanotte e l’obbligo che la stessa non superi i 65 decibel durante il corso della serata.
“Abbiamo le prove scritte e video che i famosi 65 decibel di questo primo cittadino non solo non li rispetta nessuno, perché c’è musica a palla in tutti i locali, ma la gente balla anche, per cui non viene fatta rispettare neanche l’ordinanza del ministero. Per questo ho contattato i miei avvocati”. Poi Briatore ha comunicato la decisione di chiudere in anticipo il Billionaire, poco prima che emergessero diversi casi di positività tra i dipendenti.
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