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Il Copasir vuole sentire Conte per fare chiarezza sugli 007

Un caso ancora molto fumoso, troppo. Che rischia di complicarsi col passare dei giorni soprattutto per il premier Conte, invitato in queste ore dall’Ufficio di Presidenza del Copasir per un colloquio ovviamente riservato e in data ancora da definire. Il segnale di come anche il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica sia intenzionato a volerci vedere chiaro in merito a una storia, la riforma dei vertici degli 007, diventata parecchio spinosa per il presidente del Consiglio, sotto accusa per la scelta di introdurre nel silenzio generale la norma all’interno di un decreto legge pensato, teoricamente, per rilanciare l’economia colpita dal coronavirus.

Un caso per il quale Conte ha già dovuto fare i conti con il fuoco amico, quello giallorosso. Riepilogando: ad agosto Conte aveva inserito nel dl Covid-19 il prolungamento della durata dei vertici dell’intelligence italiana. Un passaggio venuto a galla soltanto settimane dopo e che aveva fatti subito discutere, vista anche la delicatezza dei rapporti tra la politica e il mondo degli 007. Poco dopo, il patatrac: diverse decine di deputati del Movimento Cinque Stelle avevano presentato un emendamento al decreto chiedendo di abolire proprio quella norma voluta dal governo, costretto alla fine a mettere la fiducia per far rientrare in fretta e furia il dissenso. Le difficoltà del premier, sotto accusa per il suo tentativo di tenere in pugno i capi dei servizi, si sono trasformate in occasione ghiotta per i suoi nemici interni alla coalizione giallorossa. I Cinque Stelle sono andati all’assalto, gettando ulteriore imbarazzo su Palazzo Chigi. E il sospetto è che dietro la manovra ci sia il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.Con gli Stati Generali dei Cinque Stelle ormai alle porte o quasi, Di Maio ha da tempo cambiato strategia comunicativa. Sganciandosi sempre più da Conte per presentarsi all’appuntamento come leader autorevole e a tutto tondo. Da qui le malelingue: “Chi se non lui potrebbe in questo momento beneficiare dei guai del premier?”. Una domanda dalla risposta apparentemente fin troppo facile.

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