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Il “trucco” dei commercialisti: così i soldi della Lega sparivano nel nulla

Un flusso continuo di soldi che continuava a uscire dalle casse della Lega per entrare nei conti correnti dell’Ubi di Seriate, nella bergamasca. E per poi fare un salto nel vuoto definitivo, sparendo. Un’inchiesta che imbarazza non poco il Carroccio, quella che ha visto finire già ai domiciliari tre commercialisti, tutti legati al mondo del partito verde. Che non vede in alcun modo il coinvolgimento di Matteo Salvini. E che però spaventa lo stesso il Capitano, che convive da tempo con le accuse sulla gestione dei fondi del partito: in molti continuano a ricordargli alla prima occasione la storia dei famosi 49 milioni di euro. Una storia che rischia ora di farsi più complicata.

Secondo la procura di Milano che ha richiesto e ottenuto i domiciliari per i tre commercialisti, infatti, “rimangono sicuramente da esplorare altri ancor più delicati settori in cui il ‘pool’ di commercialisti ha impiegato la propria professionalità”. “Del resto – aggiungono i pm – che la presente vicenda abbia generato fibrillazioni ai piani alti della politica ne è prova il riservato incontro tenutosi in Roma per studiare anche le strategie di difesa del direttore della filiale di Seriate di Banca Ubi, Marco Ghilardi”.L’ex presidente della Lombardia Film Commission Alberto Di Rubba, direttore amministrativo per la Lega al Senato, “è non solo uomo di partito come Manzoni, ma anche pubblico ufficiale piazzato dal partito a presiedere uno dei tanti enti del sottobosco della pubblica amministrazione attraverso i quali sono drenati i soldi pubblici”, ossia attraverso la vendita gonfiata di un capannone nel Milanese. E ancora: “I contabili della Lega Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni raggiungono subito i piani altissimi della politica a Roma nelle giornate del 26 e 27 maggio, ed è facilmente immaginabile la reazione e la capacità di inquinamento probatorio di persone tanto infiltrate nelle istituzioni”.Parole che per i pm si riferiscono al “riservato incontro tenutosi in Roma” a fine maggio e a “fibrillazioni ai piani alti della politica”. E che gettano ulteriori ombre su una storia che rischia di creare ancora una volta imbarazzi in una Lega già alle prese, tra le altre cose, con le feroci contestazioni subite dal suo leader in questi giorni.

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