Le cose non sembrano andare proprio per il meglio per Matteo Renzi e per la sua nuova creatura politica, Italia Viva, che a pochi mesi dalla nascita non gode di grande salute, anzi. Era il 16 settembre 2019, per la precisione, quando l’ex Rottamatore lasciava il Pd per dar vita al suo personalissimo partito. Con il sogno di iniziare un cammino luminoso che però, al momento, non è affatto ben avviato: sondaggi alla mano, parliamo di una formazione ferma addirittura sotto il 3%.
L’obiettivo minimo di Italia Viva, al momento della nascita, era quello di puntare almeno al 5% delle preferenze. Una soglia molto, molto lontana al momento. E non sono di certo migliori le previsioni delle elezioni regionali del 20 e 21 settembre, ultima occasione rimasta per chiudere l’anno in bellezza. Con il taglio dei parlamentari che potrebbe mettere ulteriormente a rischio addirittura la sopravvivenza della formazione renziana.
In queste ore ha perciò iniziato a circolare un’ipotesi fantascientifica ma non troppo: il clamoroso ritorno di Renzi all’ovile, nel Pd che nel frattempo potrebbe vivere l’avvicendamento al vertice tra Nicola Zingaretti e quello che in molti indicano come suo successore designato, il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Un’ipotesi non da escludere, dopo le Regionali. E che potrebbe riattirare l’ex premier verso i dem.
D’altronde sparsi per i territori molti amministratori locali hanno già iniziato a dire addio al partito. U
ltima Beatrice Casini, capogruppo in Consiglio comunale a Sarzana (La Spezia). Ha lasciato Italia Viva pure l’ex sindaco e consigliere regionale, Alessio Cavarra. Con un fuggi fuggi già in corso, l’idea di un ritorno non suona più così terribile alle orecchie del rottamatore. Che si troverebbe così a fare un passo indietro pur di garantirsi un futuro, qualunque esso sia.
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