È già cominciata la resa dei conti all’interno del Movimento Cinque Stelle dopo l’attacco di Davide Casaleggio, che aveva annunciato la sospensione di alcune funzionalità della piattaforma Rousseau a causa della “morosità” di alcuni esponenti pentastellati. Nel giro di poche ore, ecco arrivare le prime, pesanti conseguenze: tre deputati, Carlo Ugo De Girolamo, Fabio Berardini e Paolo Romano, si sono autosospesi, definendo “vergognose” le parole del gur del M5S.
Il modo peggiore, insomma, per avvicinarsi a una serie di passaggi fondamentali per il futuro del Movimento. Con Alessandro Di Battista, uno dei pretendi alla leadership, che ha cercato di spegnere le polemiche focalizzando le attenzioni sul referendum per il taglio dei parlamentari, invitando al voto per il “sì”. E con Di Maio che, da par suo, non sembra troppo preoccupato dall’evidente sgretolamento della sua stessa formazione. Come se, tutto sommato, l’eventuale fuoriuscita di qualche dissidente potesse rivelarsi quasi come un modo per liberarsi dei problemi interni e rafforzare allo stesso tempo la propria guida su quel che resterà dei Cinque Stelle.
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