Continuano le indagini per il caso Diasorin-San Matteo. I militari della guardia di finanza di Pavia sono andati stamani a casa del presidente della Regione Attilio Fontana e della responsabile della segreteria del governatore lombardo, Giulia Martinelli (ex moglie di Matteo Salvini), per effettuare copia forense dei contenuti e, in particolare della messaggistica, di entrambi i cellulari nell’ambito dell’indagine con al centro l’accordo tra Diasorin e il Policlinico San Matteo per lo sviluppo dei test sierologici e molecolari per la diagnosi del Covid. Nessuno dei due risulta indagato nell’indagine avviata dal Procuratore aggiunto Mario Venditti che invece vede tra le persone iscritte i vertici sia dell’istituto di ricerca pavese e sia della multinazionale di ricerca in campo farmacologico.
Una decisione presa dalla procura di Pavia che sta indagando per peculato e turbata scelta del libero contraente nella vicenda dell’affidamento diretto di 500 mila test sierologici alla società Diasorin, seguito di una sperimentazione avvenuta nei laboratori del Policlinico di Pavia San Matteo. Fontana e Martinelli non risultano indagati. I pm della procura pavese – che avevano iscritto nel registro degli indagati i vertici del San Matteo e della società – sono alla ricerca delle chat e delle comunicazioni scambiate tra i vertici della Regione e quelli del San Matteo.
“Il presidente Fontana non è indagato, ha subito una perquisizione presso terzi. Non gli è stato sequestrato nulla, è stata effettuata copia del contenuto del cellulare”. È quanto ha ribadito l’avvocato Iacopo Pensa, legale del governatore lombardo in merito all’operazione della
Guardia di Finanza. “È grave, però, – ha proseguito l’avvocato – che la perquisizione sia avvenuta con modalità non pertinenti alle finalità dell’operazione, con un decreto non circostanziato ma applicabile a chiunque e con evidenti criticità di carattere costituzionale, vista la ovvia presenza di conversazioni di carattere istituzionale nel cellulare del presidente Fontana”.
Ti potrebbe interessare anche:
Pagnoncelli: “Provenienza, ceto e titolo di studio: ecco chi ha votato Sì al Referendum”