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Coprifuoco alle 22 e lezioni a distanza: il governo pensa a nuove strette

Di lockdown totale al momento Giuseppe Conte non vuole sentir parlare. Un’idea che pure serpeggia nel governo giallorosso, quella di “un reset di 10-15 giorni per far respirare il Paese”. Ma che al premier non piace, consapevole della mazzata economica che si abbatterebbe ulteriormente sulle famiglie con conseguente tracollo della popolarità sua e di tutti. Niente stop, niente paralisi. Ma il numero dei contagi in crescita preoccupa e così all’interno dell’esecutivo si studiano nuovi provvedimenti per arginare la diffusione del Covid. Due, in particolare, le norme al vaglio.


Il governo sta infatti prendendo in considerazione l’idea di introdurre da un lato il coprifuoco alle 22, un modo per stroncare definitivamente la movida notturna insieme alle nuove restrizioni sulla vendita di alcolici per bar e ristoranti, e dall’altro di tamponare l’emergenza scuola introducendo la didattica a distanza per le superiori. Una duplice novità sulla falsariga di quanto sta accadendo in queste ore in Francia, altro Paese alle prese con un numero costantemente in crescita di decessi e nuovi positivi.

Bar e ristoranti, che al momento si sono visti anticipare l’orario di chiusura a mezzanotte, potrebbero quindi presto essere costretti ad abbassare le saracinesche già alle 22. Sul fronte didattica, invece, il braccio di ferro sarà soprattutto con le Regioni, che chiedono provvedimenti più incisivi: la Azzolina si è barricata sulle sue posizioni e non vuole tornare indietro, i governatori chiedono un forte incremento della didattica a distanza per limitare al massimo la presenza dei ragazzi in aula, vista l’impossibilità di evitare il rischio contagio all’interno degli istituti. La scelta di De Luca di chiudere scuole e università è stato l’inizio di una battaglia che si preannuncia lunga e faticosa.La Campania ha aperto un fronte anche all’interno del governo: Zingaretti si è schierato con De Luca, esponente del suo stesso partito, lo stesso ministro Speranza ha sottolineato come fossero necessarie “regole più rigide” vista la crescita di casi nella Regione. La Azzolina, insomma, rischia di ritrovarsi presto isolata. Boccia, titolare degli Affari Regionali, ha invocato a sua volta “l’interruzione delle attività a maggior rischio assembramento”. Si ragiona, dunque, su uno stop a breve per palestre, cinema, teatri, saloni di bellezza e sport di base.

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