Crescere un figlio da soli è un compito duro da affrontare, ma se il proprio figlio ha una malattia genetica o malformazioni congenite la situazione si complica ulteriormente. Evgenij Anisimov, 33 anni, è un papà single che alleva tutto da solo suo figlio Misha, un tenero bambino affetto da sindrome di Down. Sua madre, incapace di accettare la diagnosi, voleva che fosse affidato a un istituto che potesse accudirlo. La donna non se la sentiva di crescere un bambino “particolare” come lui e niente è stato in grado di farle cambiare idea. Evgenij ha provato a convincere in tutti modi sua moglie, ma quando lei lo ha messo di fronte a una scelta, lui le ha detto che poteva andarsene se voleva: avrebbe cresciuto lui il piccolo Misha, da solo. Molte persone, compresi i suoi suoceri, gli dissero che avrebbe potuto lasciare il piccolo in un orfanatrofio, ma lo speciale papà ha deciso di affrontare con coraggio la nuova avventura che gli si poneva davanti.
“Ricordo che dopo aver appreso che mio figlio aveva la sindrome di Down, ho lasciato l’ospedale e ho pianto, ma non per molto. Più tardi, sono stato un po’ imbarazzato da queste lacrime. Nella mia vita, dopotutto, nulla era cambiato, in generale. Avevo ancora con due braccia, due gambe, la mia conoscenza professionale non era andata da nessuna parte. La mia determinazione, attività, curiosità e così via: tutto era con me. Tutto è successo come avevo programmato, è nato mio figlio. Ma il bambino è speciale, la sua vita e il destino futuro sono già molto significativi. (…) Volevi un figlio, quindi ti sei preso la responsabilità. Dopotutto, ci sono molte opzioni: autismo, paralisi cerebrale, mutazioni genetiche … E la sindrome di Down non è la peggiore, come ho imparato in seguito”, ha raccontato Evgeny.Il dolore provato dal giovane padre ha presto lasciato spazio alla voglia di godersi ogni giorno e ogni attimo il suo solare e meraviglioso Misha. Il bimbo affettuoso e felice trascorre tutto il tempo in compagnia del suo papà, che ne condivide i momenti più magici su Instagram e i canali social. Un messaggio di speranza per tutti quei genitori che vivono nella situazione di Evgenij e Misha, o che stanno ancora cercando la forza di iniziare il nuovo cammino.
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