Continuano a volare stracci all’interno del Movimento Cinque Stelle, con la frattura sempre più evidente tra i big e Davide Casaleggio, presidente dell’associazione Rousseau, accusato in queste ore anche di voler “delegittimare gli Stati Generali”. Tutta colpa di un’intervista rilasciata da quest’ultimo a Ominbus, su La7, durante la quale sono stati affrontati alcuni dei punti che saranno oggetto di discussione nel corso della kermesse pentastellata, in programma il 7 e l’8 novembre. Durante la trasmissione, Casaleggio ha innanzitutto ribadito il suo secco “no” all’ipotesi di una guida collegiale, troppo simile a suo dire alle “vecchie strutture partitiche”.
Un passaggio che non ha fatto altro che aumentare la tensione in vista di un appuntamento che promette scintille. Tre i grandi temi che il Movimento si troverà ad affrontare nel corso degli Stati Generali, tutti al momento ancora oggetto di forte discussione: l’organizzazione interna (con la questione del capo politico), la prospettiva politica e principi. I confronti saranno innanzitutto provinciali, poi si andrà a una fase regionale e infine al momento conclusivo, sempre da remoto per evitare pericolosi azzardi in tempi di pandemia.
Non sarà un congresso vero e proprio, non ci saranno mozioni né una votazione su un leader. Gli orientamenti avallati dagli Stati generali saranno successivamente girati al reggente Vito Crimi e a quel punto si sceglieranno i nomi che daranno corpo ai futuri assetti. Di Maio, a capo dell’asse più forte, ha ribadito ancora una volta la sua predilezione per una guida collegiale e sottolineato l’importanza dell’alleanza stretta con il Pd. Spazio, per chi la persa diversamente, non sembra esserci. Anche se i colpi di scena, in un Movimento così frantumato, sono dietro ogni angolo.
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